Home Politics Pizzarotti: “Giusto pagare più i sindaci, non sono parlamentari. Fassino? Cringe”

Pizzarotti: “Giusto pagare più i sindaci, non sono parlamentari. Fassino? Cringe”

Pizzarotti sindaco

Perché leggere questo articolo? Si sta tornando a parlare dell’aumento dello stipendio dei sindaci. Dal 2024 i primi cittadini si vedranno riconoscere un cospicuo aumento in busta paga. E a ragion veduta secondo Federico Pizzarotti. L’ex sindaco di Parma e Presidente di +Europa si dice favorevole all’aumento.

Lo stipendio dei sindaci in Italia sta per aumentare. La Legge di Bilancio 2022 del governo Draghi ha previsto un incremento dei compensi per i primi cittadini dal 1° gennaio 2024. Il criterio di retribuzione rimane in base alla popolazione del comune amministrato dai sindaci. In poco più di tre anni, gli stipendi di alcuni primi cittadini – soprattutto nelle città più popolose – sono quasi raddoppiati. In molti gridano al “privilegio di casta” per i 13.800 euro al mese di retribuzione ai sindaci delle Città Metropolitane; o i 10mila di chi amministra una città Capoluogo di Regione. Ci sono però anche voci contrarie. Come quella di Federico Pizzarotti, ex sindaco di Parma e ora Presidente di +Europa.

Presidente Pizzarotti, come giudica l’aumento degli stipendi dei sindaci?

Sono sempre stato a favore di una più giusta retribuzione in favore dei sindaci. E’ evidente che c’è una disparita con gli stipendi dei parlamentari e anche con quegli dei consiglieri regionali. I sindaci hanno una responsabilità molto maggiore e uno stipendio che non è adeguato alla mole di lavoro.

In sostanza ci sta dicendo che non è d’accordo con la dichiarazione dell’on. Fassino sugli stipendi dei parlamentari?

Assolutamente no. L’ho trovata un’uscita del tutto cringe. Ripeto, il lavoro del sindaco non è paragonabile a quello dell’onorevole. Sia in termini economici che di responsabilità.

Vale la pena fare il sindaco, rispetto ad altre figure apicali della Pubblica amministrazione?

La motivazione non può essere solo di natura economica. Certo, esiste un tema di equilibrio parametrale con altri ruoli della Pubblica  amministrazione. Però bisogna anche tenere conto del fatto che per percorsi nell’esercito e in altri quadri amministrati le cifre sono diverse perchè richiedono studi e percorsi di formazioni molto differenti. Non è paragonabile col tema politico.

Il criterio della retribuzione in base al numero degli abitanti è valido e giustamente distribuito?

La riparametrazione fatta è corretta, penso che adesso sia adeguata. Ora mi sembra che sussista un equilibrio rispetto all’attività personale. Il criterio della popolazione del comune mi sembra corretto. Anzi, in alcuni casi si potrebbe rivedere al rialzo. Penso a come tante volte i capoluoghi di Regione siano realtà demograficamente più piccole di alcune città che magari non sono nemmeno capoluogo di Provincia. In ogni caso, il criterio di ripartizione mi sembra complessivamente corretto. Teniamolo per buono, in quanto la dimensione aiuta un sindaco a svolgere la propria attività. In una comune da meno di mille abitanti, per esempio, il sindaco non sarà mai a tempo pieno.

Pensa che l’aumento possa una soluzione al problema del “timore della firma”?

Non penso che il timore della firma si possa risolvere con tematiche di tipo economico. Deve essere affrontato in un altro contesto dalla politica, che però si è arenata. Il precedente governo Draghi aveva ascoltato le richieste dell’Anci, ma poi non aveva fatto nulla. L’attuale governo Meloni si è molto speso sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio, ma a parole. Quello dell’abuso d’ufficio è un tema da affrontare con urgenze e in senso generale per tutta la pubblica amministrazione. Non solo i sindaci, ma anche tanti dirigenti pubblici vivono il problema del timore della firma.

La carica del sindaco rimane appetibile o pensa che ci sia il rischio che candidati validi optino per un’altra carriera?

In linea di massima sì. La motivazione, lo ripeto, non può essere solamente economica: rimane il vivo orgoglio di servire e rappresentare la propria città. Poi, per carità, nei comuni più grandi dove ci sono gli interessi e le attenzioni dei partiti, il lavoro di sindaco può ambire anche ad assurgere alla ribalta regionale e nazionale. E’ chiaro che il problema si pone soprattutto nei piccoli comuni. Nei borghi e nei paesini al sindaco vengono ogni giorno a citofonare a casa per ogni minimo problema.