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Oltre Berlusconi: i casi di ingiustizia tardiva in Italia

Berlusconi

Perchè potrebbe interessarti? Ingiustizia tardiva. Dopo l’assoluzione di Berlusconi, al termine di 11 anni di indagini e processo, si accende il faro sui numerosi casi italiani di amministratori assolti dopo anni di gogna mediatica e pubblica.

Giuseppe Andreoli, Silvio Berlusconi, Maurizio Bettazzi, Giacinto Mariani, Paolo Perenzin Luigi Riserbato, Bruno Zanolla. Alcuni conosciuti, altri meno, tutti uniti dal polveroso manto della gogna che li ha coperti, negli scorsi giorni,durante indagini e processi che hanno avuto la stessa conclusione. Assoluzione.

Ingiustizia tardiva, trionfo del giustizialismo politico e mediatico

Il meccanismo è semplice, rodato e identico: quando, per dovere, le Procure aprono indagini su amministratori e esponenti delle istituzioni, per reati che spesso vanno dalla corruzione al peculato, la stampa si affretta a farsi passare carte dagli ambiziosi magistrati. Spara titoli, ricopre di letame gli indagati. Che poi finiscono a processo e diventano imputati. Nel frattempo, come è giusto che sia, lasciano gli incarichi tra lo sgomento dei cittadini e le bollicine festose degli avversari. Trionfo del giustizialismo: politico e mediatico.  Finchè, poi, passati anni, quando ormai nessuno, tra giornalisti e opinione pubblica, si ricorda del caso, arriva l’assoluzione. Molte volte a formula piena: perché il fatto non sussiste.

L’assoluzione di Silvio Berlusconi nel Ruby Ter

Nell’ultima settimana storie del genere si sono susseguite allo stesso ritmo delle offese subite dagli indagati. L’ultima, la più eclatante, riguarda Silvio Berlusconi. Tre rami di processo fino al terzo, il Ruby Ter, accusato di aver corrotto le ragazze che frequentavano la sua villa. La giustizia ha fatto il suo corso. Ma, nel frattempo, le carte degli inquirenti erano prima sui desk dei cronisti che sui tavoli dei magistrati inquirenti. E così Berlusconi, fuori da ogni giudizio politico e ideologico, è stato additato nei modi più disparati. Ieri è tornato a respirare. E Forza Italia non ha perso tempo a contrattaccare. Chiedendo, ha detto nell’Aula della Camera il capogruppo di Fi Alessandro Cattaneo, “la immediata calendarizzazione della proposta di legge sulla istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”.  La posizione di Cattaneo è naturalmente politica, schierata e faziosa.

Ingiustizia: quasi il 64% dei procedimenti che escono dalle Procure dopo la fine delle indagini preliminari non va a giudizio 

Eppure, se si parla di processi andati a vuoto e di pm che indagano e fanno scalpore, l’Italia può dare tristemente insegnamenti. Qui parlano i numeri, pubblicati lo scorso anno da il Sole 24 Ore: quasi il 64% dei procedimenti che escono dalle Procure dopo la fine delle indagini preliminari non va a giudizio ma viene archiviato. Si tratta di quasi 430mila fascicoli, secondo i dati forniti dal primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, durante l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Una spia di malessere, soprattutto se letta insieme alla percentuale di assoluzioni in primo grado, pari a quella delle condanne (46%), o superiore per i reati considerati “minori” (come furti, spaccio, risse, truffe), ma molto diffusi e di forte impatto sulla vita delle persone e sulla loro percezione dell’efficienza del sistema giudiziario.

Ingiustizia tardiva: il sindaco assolto, il pm condannato

Una gogna che si abbatte minacciosa su personaggi come Silvio Berlusoni ma anche su piccoli amministratori, costretti anche a cambiare città per evitare sguardi funesti. E’ il caso di Luigi Riserbato, ex sindaco di Trani, a nord di Bari, arrestato nel 2014 con una serie di capi d’accusa: associazione a delinquere, tentata corruzione, tentata turbativa d’asta e tentata concussione politica. Il sindaco è costretto a lasciare l’incarico. Passano 8 anni e la scorsa settimana arriva la sentenza choc: Riserbato viene assolto mentre viene condannato a 6 anni di carcere Michele Ruggiero. Il pm inquisitore. Accusato di aver minacciato i  teste nel processo “Sistema Trani”. Ecco alcune sue parole:  “Tu mo ti puoi alzare, te ne vai e poi ci vedremo tra un mesetto però in una diversa posizione, tu dietro le sbarre e io da un’altra parte…non ti sto impaurendo…ti sto dicendo quello che succederà perché noi sappiamo”; “Tua moglie lo sa cosa hai fatto? Che tu fai così?”; “Dal carcere c’è una visuale sul mare stupenda e secondo me a lei col problema che c’ha le fa pure bene…è la fase della vita nella quale bisogna un attimo rilassarsi, cominciare un po’ a pregare, a farsi un esame di coscienza..pensare ai nipotini”; “Possiamo impegnarci per farla stare con il caldo che fa al fresco…”.

Ruggiero a processo ma resta in servizio

L’ambizioso Ruggiero è noto per le sue inchieste mirabolanti e fallimentari, aperte su casi lontani dalle vicende del Tribunale di competenza. Dalle accuse alle società di rating alla prima inchiesta sulla pericolosità dei vaccini. Nel corso degli anni, lo ha punzecchiato anche il Csm. Ora è la volta dei giudici. Il pm è stato anche rinviato a giudizio per falso ideologico – con riferimento alla presunta falsificazione dei verbali di tre testimoni – e per violenza privata a carico di due testimoni nell’ambito di due diversi procedimenti per corruzione, risalenti a quando era pm a Trani. I due processi cominceranno il 21 marzo e il 6 giugno 2023 davanti al Tribunale monocratico di Lecce. Coerentemente con la linea di True-News.it, la giustizia farà il suo corso. Ma c’è un aspetto inaspettato e scandaloso. Il pm è ancora in servizio. Nonostante indagini e condanne. Un’altra vicenda di ingiustizia tardiva. Un altro processo dai tempi biblici.

Ingiustizia tardiva: i casi da Nord a Sud

Quella del sindaco assolto e del pm indagato è una storia unica ed eclatante. Ma il procedimento che vede l’amministratore assolto, dopo anni di gogna, si ripete quotidianamente. Lo scorso 14 febbraio, due giorni fa, per l’inchiesta Seregnopoli bis sulla presunta corruzione nell’urbanistica è stato assolto lo storico ex sindaco Giacinto Mariani.  A Rodengo Saiano, il 3 febbraio 2023, l’ex sindaco Giuseppe Andreoli è stato assolto, perché “il fatto non sussiste”. Nessuna pressione, né presunti tornaconto anche solo elettorali. Ma, per avere questa sentenza, si sono dovuti aspettare 5 anni.

Bettazzi e la sua rivincita a Prato

E ancora, scendendo in Toscana, a Prato, Maurizio Bettazzi si è preso la rivincita dopo ben 10 anni di fango. Assolto per corruzione, ha tappezzato la città di manifesti con tanto di scritta “Il fatto non sussiste”. Stessa formula per gli amministratori di Belluno, finiti sotto processo con l’accusa di aver turbato la gara del gas in Provincia. Il 7 febbraio il Tribunale ha chiuso la vicenda giudiziaria che riguardava l’ex sindaco di Feltre, Paolo Perenzin (avvocato Luciano Perco), il sindaco di Quero e amministratore unico di Bim infrastrutture Bruno Zanolla.

L’ennesima assoluzione a carico di amministratori dopo processi durati lustri durante il quale sono stati dipinti nel peggiore dei modi.