di Francesco Floris

Nel resto del mondo le chiamano “revolving doors”. Fra pubblico e privato. Quando invece le “porte girevoli” assolvono alla loro funzione a Milano la definizione varia: “fare squadra” traduce qualcuno liberamente dall’inglese; “sinergie” dice qualcun altro; i più arguti spiegano: “Sono operazioni di sistema”. Così può capitare che Manfredi Catella, il numero uno del real estate sotto la Madonnina con la sua Coima, la cui più importante “conquista” recente è Scalo Romana – futura “casa” delle Olimpiadi invernali 2026 – acquistato da Ferrovie dello Stato Sistemi Urbani per 180 milioni di euro, abbia chiamato nella sua di “squadra” proprio per l’ex Direttore Area Lombardia di FSSU: l’ingegner Enrico Leopardi.
La mano invisibile sugli Scali?
Sulla carta una grande partita “di mercato” per l’immobiliare meneghino. Dove “la mano invisibile”, a ben vedere, si nasconde presto. A Ferrovie arriva una sola offerta economica per quella che è la più importante area di trasformazione urbana del capoluogo lombardo da qui a dieci anni.
A2A, energia e “sinergie”
Manager pubblici con problemi di memoria a parte, le “sinergie” si costruiscono mese dopo mese. Cosa sorgerà a un tiro di schioppo da Scalo Romana, valorizzando ulteriormente l’area? Il nuovo grattacielo di A2A. La multiutility dell’energia controllata dai Comuni di Brescia e Milano ha deciso, nonostante la pandemia e lo smart working, di puntare su un visionario grattacielo futuristico a destinazione uffici.
L’affaire Pirellino
La storia è ghiotta ma non fa rumore. Fa più rumore pochi mesi dopo l’affaire “Pirellino”.
Coima vince al fotofinish su Pirelli 39. Il rogito viene siglato il 25 novembre. Ventiquattro ore dopo, il 26 novembre, passa la legge di Regione Lombardia sulla rigenerazione urbana che concede bonus volumetrici a chi riqualifica edifici dismessi. Colpo grosso. Così Catella torna a bussare alle porte di Palazzo Marino reclamando i benefici. Ma il “Pirellino” è davvero dismesso da oltre cinque anni, come da definizione? C’è chi dice di sì e chi di no.
Guido Inzaghi, il Mister Wolf del real estate
La regia dell’intero film? Affidata all’avvocato Guido Alberto Inzaghi dello studio Belvedere Inzaghi & Partners. Brianzolo, trasferito al Bosco Verticale, classe ’65, è uno dei massimi esperti in città di real estate, diritto urbanistico, diritto immobiliare. Sicuramente il numero uno per spiegare la legge sulla rigenerazione urbana lombarda che lo annovera anche fra gli ispiratori. Lo hanno chiamato il “Mister Wolf” dell’amministrazione pubblica. Lui risolve problemi. Perché conosce i regolamenti, le leggi, le procedure del sistema edilizio. È l’uomo giusto da chiamare quando si vuole costruire a Milano. È Inzaghi che ha svolto la due diligence su Scalo Romana. È ancora Inzaghi che sul “Pirellino” cura gli aspetti legali relativi al contratto d’acquisto e al contratto di finanziamento. Fa scouting ad alto livello e l’operazione Pirellino la chiude insieme alla senior lawyer dello studio Carolina Romanelli, già collaboratrice del Comune di Milano per la gestione di procedure urbanistiche complesse. Incluso l’Accordo di Programma sugli Scali Ferroviari. Ed eccoli ancora i nomi degli avvocati Inzaghi e Romanelli che compaiono nel 2019-2020 in rappresentanza di Manfredi Catella e società. Dove? Nel “Collegio di Vigilanza” proprio sugli scali ferroviari. Seduti insieme a Comune, Regione e Ferrovie dello Stato. Nella scomoda posizione di dover “vigilare” e allo stesso tempo rappresentare gli interessi di chi, l’anno dopo, presenterà un’offerta economica ai vigilanti. Tanto che si trova una via d’uscita dalla spiacevole situazione: nelle sedute del 10 e 13 dicembre 2019 Coima chiede, attraverso i due avvocati, di non partecipare alle riunioni quando l’ordine del giorno prevede di discutere di Scalo Romana.
Problemi? Il diritto costituzionale
Sinergie – dicevamo – che non sempre funzionano al cento per cento. Sul “Pirellino” la storia si complica quando l’assessore all’Urbanistica di Milano, Pierfrancesco Maran, decide di dare battaglia contro la legge sulla rigenerazione urbana. La definisce “incostituzionale”, uno smaccato favore agli immobiliaristi milanesi e un incentivo ad abbandonare il patrimonio per ottenere i bonus volumetrici. Maran si mette di traverso, sostanzialmente da solo in giunta. Nei ricorsi presentati da alcune società contro il Comune di Milano (non Coima) si finisce dritti al Tar. Che spedisce tutto alla Corte costituzionale mentre la politica apre un tavolo di trattativa fra Palazzo Marino e Palazzo Lombardia. Ultima sorpresa: chi difende una delle società immobiliari – la C-Quadrat Asset Management France S.a.s – che ha portato il Comune in causa? L’avvocato Antonio Belvedere. Socio e co-fondatore dello studio legale Belvedere Inzaghi & Partners. Il primo round lo hanno perso. Perché, come mormora sibillinamente qualcuno, “gli avvocati d’affari non studiano il diritto costituzionale”. Ma si sa, le partite le vince chi sa “fare squadra”.