Home Politics La Massoneria italiana si spacca sulla nomina del nuovo Gran Maestro

La Massoneria italiana si spacca sulla nomina del nuovo Gran Maestro

La Massoneria italiana si spacca sulla nomina del nuovo Gran Maestro

Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Settimana scorsa la vittoria di Taroni, candidato di rottura. Poi il riconteggio e la proclamazione di Seminario, in continuità con il Gran Maestro uscente Bisi. La cui leadership è appannata da anni di inchieste sulle infiltrazioni mafiose…

Mentre le prime pagine di tutte le testate riservano oggi grandi spazi alle regionali abruzzesi, ci sono altre elezioni che in queste ore si sono letteralmente rese infuocate. Anche se – apparentemente – fuori dai riflettori. All’alba di domenica 10 marzo il Grande Oriente d’Italia ha proclamato come Gran Maestro Antonio Seminario. Che diviene di fatto il leader della Massoneria italiana. Un risultato che ribalta l’iniziale esito delle urne dello scorso 3 marzo. Una settimana fa, infatti, la vittoria sembrava avesse arriso allo sfidante Leo Taroni. Con un vantaggio di soli quindici voti che ha portato alla richiesta di riconteggio. Ed al ribaltone di questo fine settimana.

Massoneria, il contestato riconteggio delle schede

Ma dubbi, sospetti, dietrologie continuano a gettare ombre sull’affermazione di Seminario. E’ Lo Spiffero di Bruno Babando a mettere in fila i fatti. E alcuni rumors. L’attuale vice di Stefano Bisi si è affermato con 6.369 preferenze (46,09%), mentre Taroni si è fermato a 6.343 voti (45,9%). Terzo e molto lontano il barese Pasquale La Pesa, con 688 voti (4,98%). Cruciale, nelle operazioni di riconteggio, la decisione della Commissione elettorale nazionale di annullare le schede con il tagliando antifrode rimasto attaccato. Ora considerate nulle nonostante in esse fosse evidente il “favor voti” pro Taroni. Ma nel 2014 e nel 2019 nella circoscrizione Marche ci fu il medesimo problema, ed allora si decise di considerare valide le schede. Che contribuirono alle vittorie di Bisi.

Il timore di “manovre” contro Taroni

Quando settimana scorsa il Goi è andato verso il riconteggio, tra molti associati era emerso il timore di “possibili manovre” ai danni di Taroni ed a favore del candidato sostenuto da Bisi. La decisione sull’invalidazione delle schede con il tagliando antifrode rimasto attaccato è stata peraltro molto combattuta ed è passata con otto voti favorevoli e sette contrari.

Il Grande Oriente Italiano e le accuse di infiltrazioni mafiose

Un po’ di ulteriore contesto: quella del ravennate Leo Taroni era una candidatura di rottura rispetto al decennio di Stefano Bisi. Uscito molto appannato in particolare per le diverse occasioni in cui il Goi è salito alla ribalta per il delicatissimo tema delle infiltrazioni mafiose. Nel 2017 si era giunti al sequestro degli elenchi degli iscritti su ordine della commissione Antimafia guidata da Rosy Bindi. Accuse di continuità con i clan hanno continuato ad inseguire Bisi in particolare sul canale Telegram di controinformazione della Massoneria chiamato Cavaliere Nero. Dal canto suo, riporta Lo Spiffero, Bisi ha sempre richiesto la sospensione dei fratelli finiti sotto inchiesta. Per i suoi detrattori atteggiamento tuttavia non abbastanza risoluto. Soprattutto a monte, ovvero in fase di selezioni dei nuovi iniziati.

Ora la contestata proclamazione di Seminario, già Aggiunto di Bisi. Contro la quale i sostenitori di Taroni stanno già meditando un ricorso alla Corte centrale del Goi. Pronti tuttavia a passare alla magistratura ordinaria. Una nuova bufera pare dunque all’orizzonte.