Home Politics Lodi al voto dopo caso mense, pandemia e i 49mila euro a FdI. I candidati

Lodi al voto dopo caso mense, pandemia e i 49mila euro a FdI. I candidati

Lodi al voto dopo caso mense, pandemia e i 49mila euro a FdI. I candidati

Sono cinque i candidati sindaci alle prossime elezioni comunali di Lodi, capoluogo di provincia che conta 46mila abitanti, le cui vicende sono spesso finite, in tempi recenti, al centro dell’attenzione nazionale.

Prima il “caso mense”, con la delibera della giunta comunale che escludeva di fatto dai refettori scolastici i bambini figli di immigrati, che ha portato il Comune alla condanna per discriminazione. Poi la pandemia che, partita dal principale centro della provincia, Codogno, con la scoperta del cosiddetto “paziente zero” ha colpito duramente la città, che ha dovuto fare i conti anche con i numerosi decessi (62) avvenuti nella casa di riposo “Santa Chiara”.

Infine il contributo di 49mila euro, scoperto da una inchiesta dell’Espresso, versato nelle casse di Fratelli d’Italia da una società coinvolta direttamente nella costruzione dell’Esselunga nell’area dell’ex Consorzio agrario. Una scelta urbanistica dell’amministrazione uscente che ha diviso la città per le ricadute che avrà su traffico e ambiente, con l’eliminazione di alcuni alberi per la costruzione di una rotatoria, e che si sta trascinando tra alterne pronunce di Tar e Consiglio di Stato, con i lavori comunque bloccati sino al 3 maggio prossimo, quando si attende il parere definitivo della giustizia amministrativa.

Il sindaco uscente

Il sindaco uscente è Sara Casanova, 44 anni, architetto, leghista, che guida l’amministrazione di centrodestra che è riuscita nella presa di Palazzo Broletto, dopo le dimissioni del suo predecessore, Simone Uggetti (Pd) a seguito della vicenda giudiziaria che lo ha visto prima condannato a dieci mesi di carcere con l’accusa di turbativa d’asta, poi assolto in Appello, con la Cassazione che ha annullato la sentenza di assoluzione, rimandando a processo l’ex sindaco.

Altra vicenda che ha avuto rilevanza nazionale, con tanto di scuse a Uggetti del ministro Di Maio per l’esultanza con la quale gli esponenti del Movimento Cinque stelle avevano accolto l’arresto del sindaco del Pd. Con il “Fatto quotidiano” che subito dopo la pronuncia della Cassazione ha titolato “E adesso Di Maio chieda scusa ai giudici”.

La coalizione di centrodestra

Sara Casanova punta alla riconferma alla guida di una coalizione di centrodestra che ha perso nel corso degli anni alcuni pezzi, uno dei quali è Stefano Buzzi, ex assessore della sua giunta, in quota Fratelli d’Italia, al quale l’esponente leghista aveva tolto le deleghe alle Politiche per la casa, Volontariato e Protezione civile nel febbraio scorso, quando Buzzi aveva annunciato di lasciare il partito di Giorgia Meloni, senza rendere noto quale sarebbe stato il suo nuovo approdo politico.

Mistero disvelatosi: il 12 giugno Buzzi sarà il candidato sindaco di Italexit di Gianluigi Paragone, e la sua candidatura potrebbe erodere voti proprio alla Casanova, anche se non si prefigura un vero e proprio travaso di preferenze, se non quello del bacino personale di voti dello stesso Buzzi.

Lo sfidante di centrosinistra Furegato

“Il vero confronto”, dice a true-news.it Lorenzo Rinaldi, direttore del quotidiano locale Il Cittadino, “sarà tra la stessa Casanova e il candidato sindaco del centrosinistra Andrea Furegato, consigliere comunale uscente del Partito democratico, sostenuto da otto liste, che vanno da formazioni di centro a quelle più collocate a sinistra dello stesso Pd”. Parla di polarizzazione, Rinaldi: “una tendenza verificatasi in tutte le competizioni elettorali da quando è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco”.

Andrea Furegato ha 24 anni, è cresciuto nelle fila dei Giovani democratici ed è figlio della segretaria provinciale del Pd Roberta Vallacchi. Come consigliere comunale di opposizione ha mostrato preparazione e competenza, soprattutto nello scavare nei bilanci dell’amministrazione comunale.

La coalizione di centrosinistra

“Il problema di Furegato nel caso venisse eletto”, spiega Rinaldi, “potrebbe essere quello di smarcarsi dal Pd per riuscire ad essere veramente il sindaco ti tutta la coalizione“. Una coalizione elettorale, preannunciata in un dibattito alla Festa provinciale dell’Unità nel settembre scorso, che se adesso appare unita, potrebbe subire un primo scossone proprio dal gruppo che fa riferimento all’ex sindaco Simone Uggetti.

E’ vero che i Cinque stelle che mimavano il gesto delle manette durante una manifestazione di piazza dopo il suo arresto, a cominciare dall’ex capogruppo in consiglio comunale Massimo Casiraghi (che nel 2017 si era candidato a sindaco) sono praticamente scomparsi dalla scena politica, ma l’ondata giustizialista di cui lo stesso Uggetti continua a essere vittima ad opera di una parte di grillini, potrebbe avere il suo peso. Per il momento il Movimento è alleato del centrosinistra alle Comunali, confermando il supporto a Furegato. 

Il cittadino di spicco

Il maggior esponente politico di Lodi è il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che della città è stato sindaco per due volte (al secondo mandato si dimise perché eletto in Parlamento), ma, dice il direttore del “Cittadino” abbozzando un sorriso, “ha ben altro a cui pensare, soprattutto in questo momento. Sicuramente”, aggiunge, “quello di Furegato è un nome a lui gradito“.

Mentre due candidati sindaci minori, collocabili al centro ma con scarse prospettive di successo, si sono affacciati sulla scena, lo scontro Casanova-Furegato adesso si sta giocando, da una parte, sulle opere realizzate e finanziate (sono in arrivo, dice la sindaca, 53 milioni rivenienti dal Pnrr), dall’altra su un’idea di città di tutti.

Il programma di Furegato

Lo slogan scelto dal candidato sindaco del centrosinistra è proprio “Lodi siamo tutti” e nella affollata presentazione fatta al cinema Moderno mercoledì 20 aprile, è stato esplicitato un programma che mira a rivitalizzare una cittadina dormiente soprattutto sotto il profilo culturale, con spazi che la giunta Casanova ha tolto alle associazioni per lasciarli inutilizzati. Spiegano dal comitato elettorale di Furegato: “Vogliamo una città che si rinnovi uscendo dal provincialismo che l’ha contraddistinta in questi anni, una Lodi che decolli con un ruolo di capoluogo di provincia sfruttando la vicinanza di una città europea e innovativa, Milano.

“Una città che deve essere necessariamente a misura di giovani con politiche dedicate: formazione, luoghi di studio ma anche un’officina per promuovere nuove start up giovanili. Una città pulita e meglio gestita, con aree verdi come luoghi di ritrovo per le famiglie e per i loro figli. Una città salubre vivibile e vivace culturalmente: abbiamo scuole di musica, di arte, un tessuto associativo importante, un teatro cittadino che può promuovere laboratori di creatività, restituiamo un ruolo centrale alla cultura e facciamola crescere. Una città che sappia coinvolgere le aziende cittadine e fare rete per promuovere iniziative che rispettino e valorizzino le nostre tradizioni”.

Sono i punti cardine del programma uscito dai tavoli di confronto delle otto liste a sostegno del candidato sindaco: Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Lodi Comune Solidale, 110 e Lodi (la civica di sinistra guidata dal docente universitario e ambientalista Stefano Caserini), Lodi Civica (che ruota intorno alla figura di Francesco Milanesi), Lodi al Centro (la formazione che sosteneva il candidato Luca Scotti alle ultime elezioni), il gruppo che sosteneva il candidato sindaco espressione della società civile Carlo Gendarini cinque anni fa, la civica “Buongiorno Lodi”.

Il programma di Casanova

Sul fronte opposto la sindaca uscente conta sull’appoggio di sei liste: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, le liste civiche “Il Broletto”, “Alleanza Agroverde per Lodi”, “Sara Casanova Sindaco”, lista nella quale figureranno alcuni ex Fratelli d’Italia in rotta con il partito. Gianmario Invernizzi, ex coordinatore provinciale di FdI spiegava proprio in una intervista al “Cittadino” a marzo: “La verità è che a Fratelli di Italia, alle elezioni a Lodi, rimane solo il simbolo. Chi da anni porta avanti le idee del partito sarà altrove, non nella lista di Fratelli di Italia. Io sarò con una civica, come l’ex segretario cittadino Lamparelli, non ci saranno nelle file di Fratelli di Italia né la Bazzardi né la Cominetti, come non ci sarà Buzzi, oggi in Italexit, e ancora Dardi e Niccolini: insomma tutti quelli che hanno lavorato sul territorio per far crescere il partito qui dal 2 al 20 per cento“.

Curioso il caso di Giuliana Cominetti, che era stata vice di Guerini, per poi presentarsi come candidata sindaca e perdere al ballottaggio con Uggetti, poi aveva abbandonato la coalizione di centrodestra per entrare successivamente nelle fila di Fratelli d’Italia: un caso di transumanza politica più unico che raro (a fare il paio la consigliera regionale Patrizia Baffi, eletta al Pirellone col Pd, passata in Italia Viva e oggi in Fratelli d’Italia, autrice di una clamorosa gaffe quando alcune settimane fa ha detto “stop alle porte girevoli in Fratelli d’Italia).

La candidata sindaca leghista Casanova pubblicizza l’elenco delle opere fatte dalla sua amministrazione. Lo fa anche con un opuscolo di 12 pagine, “Lodi oggi”, distribuito in migliaia di copie, dalle cui pagine emerge una Lodi prolifica di opere che hanno ridato alla città smalto. Partite, però, quasi tutte di recente, in modo che la maggior parte possa essere inaugurata nell’imminenza delle elezioni. Una tecnica che adottano tutti, vero. Ad approfondire, si scopre però che nel caso dell’Isola Carolina, polmone verde a ridosso del centro sottoposto a rifacimento, la giunta a trazione leghista ha perso, accusano le opposizioni, un finanziamento Cariplo da un milione di euro e la riqualificazione, di cui è stato avviato il primo lotto, ha visto il taglio di oltre cento alberi.

Selfie infelici

E chissà se qualcuno, nel segreto dell’urna il 12 giugno, tornerà con la mente ai due clamorosi scivoloni fatti dalla sindaca in piena pandemia: il primo, un selfie per gli auguri pasquali dopo il consiglio comunale fiume dell’11 aprile, quando lei, il suo vice Lorenzo Maggi e alcuni tra assessori e consiglieri di opposizione, si erano ritratti senza il minimo rispetto delle distanze di sicurezza.

Il secondo un selfie pubblicato su Instagram da un invitato alla festa privata, organizzata al Parco tecnologico padano, sede dove venivano processati i tamponi. Alle spalle della Casanova adulti sorridenti, senza mascherina e alcuni bambini, tra cui la figlia della stessa sindaca. Alla festicciola anche il compagno della sindaca Claudio Bariselli, sindaco di Marudo, nonché segretario provinciale della Lega Nord, e la loro figlioletta Alice, due anni.