Le ultime ore vedono l’Ucraina costretta a ripiegare di fronte alla pressione crescente delle truppe russe, specialmente nella regione di Zaporizhzhia dove l’esercito di Mosca continua ad avanzare. L’esercito ucraino, dopo intensi bombardamenti d’artiglieria che hanno praticamente distrutto rifugi e fortificazioni, ha ordinato il ritiro da cinque villaggi nell’oblast. “La nostra attenzione principale in questo momento è sulla direzione di Pokrovsk e sulla regione di Zaporizhzhia, dove i russi stanno aumentando il numero e la portata degli assalti”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto messaggio serale. “La situazione lì rimane difficile, in parte a causa delle condizioni meteorologiche che favoriscono gli attacchi. Ma continuiamo a distruggere l’occupante, e ringrazio ognuna delle nostre unità, ogni guerriero coinvolto nella difesa delle posizioni dell’Ucraina”.
Kupiansk e i raid: la pressione sul fronte orientale
La Russia rivendica nuovi avanzamenti pure nella regione di Kharkiv, in particolare attorno a Kupiansk. Il ministero della Difesa russo si dichiara in controllo della parte orientale della città, parlando di ulteriori consolidamenti. Tra attacchi di droni e assalti notturni, la situazione resta tesa. Zelensky sottolinea come “quasi ogni notte, i nostri difensori dei cieli lavorano per respingere attacchi russi... i risultati dei droni intercettori stanno crescendo in modo significativo”. Intanto, si registra la morte di un paramilitare durante un attacco con drone contro una infrastruttura strategica.
Lo scandalo corruzione: accuse e sospensioni eccellenti
Parallelamente all’emergenza militare, si abbatte su Kiev un nuovo scandalo corruzione che lambisce i vertici del governo, coinvolgendo personaggi direttamente collegati a Zelensky. Le indagini dell’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) e dalla Procura anticorruzione (Sapo) hanno portato alla luce uno schema di tangenti e riciclaggio di denaro, stimato in almeno 100 milioni di dollari tramite la società statale Energoatom, principale soggetto del settore nucleare ucraino.
L’inchiesta tocca nomi eccellenti: primo fra tutti il ministro della Giustizia, Herman Galushchenko, sospeso dall’esecutivo all’esito di una riunione straordinaria del Governo. “Credo che la sospensione per la durata delle indagini sia uno scenario civile e corretto. Mi difenderò legalmente e dimostrerò la mia posizione”, ha commentato Galushchenko. Nel mirino degli inquirenti anche Timur Mindich, stretto collaboratore di Zelensky e co-proprietario della società di produzione Kvartal 95, fuggito dal paese pochi giorni prima delle perquisizioni.
Personaggi coinvolti e meccanismi dello scandalo
Le intercettazioni pubblicate dagli organismi anticorruzione delineano un quadro complesso. Mindich, indicato con il nome in codice “Karlsson”, avrebbe agito insieme ad altri membri della cerchia di potere, tra i quali l’ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov e Rustem Umerov, ex ministro della Difesa e attuale segretario del Consiglio di sicurezza, che però nega le accuse sostenendo di aver annullato un contratto sospetto. Gli inquirenti segnalano minacce pesanti agli appaltatori: “Revocheremo la certificazione e cancelleremo le specifiche tecniche… Sarà un caos totale per l’intera linea di aziende. Finirai semplicemente nella lista nera. Sarai completamente spazzato via e tutti i tuoi dipendenti saranno arruolati nell’esercito“, avrebbe affermato uno degli indagati nelle intercettazioni. Altri soggetti legati al cosiddetto ‘back office’, come l’uomo d’affari Oleksandr Tsukerman, sono riusciti a fuggire prima degli arresti.
Le ripercussioni politiche sono forti: a luglio Zelensky aveva tentato di ricondurre gli organismi anticorruzione sotto il controllo della Presidenza, una scelta poi ritrattata davanti alle proteste pubbliche e alle pressioni dell’Unione europea. Al meno otto le personalità accusate di corruzione, abuso d’ufficio e arricchimento illecito: cinque già fermate, altre sono fuggite all’estero. La stessa indagine ora mette in discussione l’indipendenza della magistratura ucraina, mentre il Procuratore Klimenko denuncia una fuga di notizie che avrebbe favorito la latitanza dei sospettati.
Kiev tra due fuochi, la tensione sale in Europa
La crisi interna dovuta allo scandalo corruzione si intreccia con il peggioramento della situazione militare. Il presidente serbo Aleksandar Vučić, citato in un’intervista televisiva, avverte: “i Paesi europei si stanno preparando a una guerra con la Russia’’ e ‘‘il conflitto sembra sempre più inevitabile”. In questo scenario, l’Ucraina appare dunque stretta fra l’incudine degli scontri sul suolo nazionale e il martello delle tensioni politiche interne, con Zelensky costretto a rispondere tanto sul fronte militare quanto su quello della trasparenza e della legalità all’interno del suo governo.
