Home Politics Il potere ubiquo di Letta, tutti gli uomini del segretario Pd

Il potere ubiquo di Letta, tutti gli uomini del segretario Pd

Il potere ubiquo di Letta, tutti gli uomini del segretario Pd

di Francesco Floris

Se l’obiettivo era smetterla di litigare nel partito, Enrico Letta ha già vinto. Per ora. Una prova? Peppe Provenzano e Irene Tinagli che dialogano amorevolmente da Lucia Annunziata nel salotto domenicale di Rai 3. Tinagli? “Liberista” dice la conduttrice. Provenzano? “Populista meridionalista” aggiunge Annunziata suscitando un leggere fastidio nel neo vice segretario del Pd che la corregge: “Popolare, non populista”. Etichette a parte, due visioni del mondo diverse e contrapposte. Che sotto il cappello di Enrico Letta d’improvviso trovano armonia. “Un partito ha bisogno di anime diverse”, dicono, “per poi condividere dei principi di fondo sul lavoro, la scuola, l’ambiente”. Tutto giusto. Non fosse altro che la storia di Provenzano e Tinagli parla proprio di idee agli antipodi ed esattamente sul lavoro, sulla scuola, sull’ambiente (e molto altro).

Quindi: se invece l’obiettivo della chiamata di Enrico Letta alla guida del Nazareno era “restituire un’identità al Partito democratico” per “non essere condannati a forza di governo” come ripetuto ossessivamente dai massimi dirigenti dem in queste settimane (incluso Provenzano), per ora si può dire una cosa: missione fallita.

È uomo di relazioni Enrico Letta. Così ubique e trasversali da lasciare quasi a bocca aperta. “Un amico” lo definisce Beppe Sala, il sindaco di Milano appena entrato nei Verdi. Così come è di certo amico anche di Maura Satta Flores, scelta da Sala per guidare il proprio comitato elettorale e già vice presidente di VeDrò, il think tank lettiano per eccellenza. Proprio incrociando le presenze alla kermesse lettiana che ogni anno si radunava sul Lago di Garda con il board della “Scuola di Politiche” dell’ex premier, ecco una “geografia” aggiornata dei lettiani d’Italia.

Rimanendo ai piedi della Madonnina (e hinterland) vi sono di certo Alessandro Maggioni, magentino classe ’72, Presidente di Confcooperative Habitat, formazione cattolico-sociale nelle Acli e allievo dell’urbanista Giancarlo Consonni, che non si è perso un’edizione di VeDrò che sia una dal 2005 al 2013. Di Letta dice “una persona che accende ancora qualche speranza nella politica. Così come è milanese “d’adozione” Eleonora Voltolina, la fondatrice de la “Repubblica degli Stagisti” e nel board scientifico della scuola politica lettiana. Da Monza arriva Alessia Mosca, già europarlamentare e membro della segreteria tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo di larghissime intese (come oggi) con Letta premier nel 2013. Così come la “Scuola” l’hanno frequentata in qualità di big anche la deputata Lia Quartapelle, pezzo da novanta del Pd milanese, cresciuta nel circolo “02Pd”, in passato in lizza per diventare ministro degli Esteri e moglie di Claudio Martelli.

Potrebbe approdare a Roma alla corte del Ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini (anche lui nel board della Scuola), un altro “compagno” di strada della Quartapelle nello storico circolo dei dem meneghini, fucina intelligenze e cervelli: Pierfrancesco Maran, attuale assessore milanese all’Urbanistica, in procinto di non essere riconfermato per un nuovo mandato in caso di vittoria del centrosinistra nel capoluogo lombardo. Così come dalla scuola di Letta arriva la stessa Irene Tinagli, neo vice segretaria del partito. La “liberista” come la definisce Lucia Annunziata. Liberista in buona compagnia. Nel rapporto Pd-governo Draghi potrebbe strizzare l’occhio a Serena Sileoni, la vice presidente dell’Istituto Bruno Leoni, nominata da poche settimane consulente di Mario Draghi. Così come Sileoni conosce bene Carlo Stagnaro, economista già nello staff del Ministero dello Sviluppo con Federica Guidi, come anche Marianna Madia all’epoca alla pubblica ammnistrazione (già veltroniana, dalemiana, lettiana, renziana).

Mentre invece per Peppe Provenzano l’uomo a cui guardare nell’esecutivo è Alessandro Aresu, nel board scientifico della “Scuola di Politiche” di Letta chiamato da Draghi e già capo della segreteria tecnica proprio del ministro del Sud durante il Conte-bis, oltre che consulente a Palazzo Chigi nel 2013.

Le lunghe mani del “nipote di Gianni” non conoscono latitudini. Saltando per l’Italia del potere lettiano s’incontra un po’ di tutto. Dalla dem Anna Ascani, oggi sottosegretaria al Mise con Giorgetti, celebre per il ticket Ascani-Giachetti in nome della Leopolda (un’altra epoca), passando per il deputato piemontese del Pd Enrico Borghi, ora in Base Riformista, che nasce come lettiano. Dal Friuli c’è Francesco Russo, ex senatore dem e oggi consigliere nella regione a guida leghista. In Sardegna Francesco Sanna, deputato, politico e avvocato di Iglesias.

Un occhio di riguardo per il sud lo potrebbe avere Luca Bianchi, il Direttore dell’associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez), da cui proviene Peppe Provenzano, anche lui prestatore delle sue docenze per le future classi dirigenti lettiane. Sviluppo economico e infrastrutture? Chissà che prima o poi non torni di attualità Simonetta Giordani: oggi nel cda di Alitalia nominata a ottobre 2020 con il benestare dell’ex ministra Paola De Micheli – altro ospite fisso di VeDrò – ma Giordani ha un’infinita carriera alle spalle che l’ha vista capo delle relazioni esterne di Autostrade per l’Italia, in Wind, in Ferrovie dello Stato nominata da Renzi, di nuovo in Atlantia e sottosegretario al Turismo nel governo Letta.

Dopo un anno di pandemia e crisi economica serve discutere certo di economia ma anche di salute. Un mondo poco “lettiano” quello della sanità. C’è un volto però che tutti si ricordano a VeDrò. Quello di Patrizia Ravaioli, Direttore Generale della Croce Rossa Italiana e moglie del giornalista Antonio Polito. O magari potrebbe tornare utile l’antica alleanza con Angelino Alfano che oggi è Presidente del Gruppo San Donato della famiglia Rotelli, fra i più pesanti gruppi della sanità privata nella penisola.

In Trentino però nascevano anche amori destinati a durare – altri meno – come quello fra l’alfaniana, per l’appunto, Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia, l’ex ministro degli Affari regionali che a Milano ha spesso fatto sponda con l’eurodeputato Piefrancesco Majorino. Una relazione che avrebbe potuto sconquassare gli animi e scatenare qualche gelosia sulle sponde del lago. Non è stato così per Benedetta Rizzo, ex moglie dello stesso Boccia e una delle “cape” di VeDrò. Anzi le brezze del Garda fanno bene ai sentimenti. Almeno così è stato per le nozze “bipartisan” fra Laura Ravetto, deputata della Lega, e l’avvocato barese Dario Ginefra, ex parlamentare del Pd. “Ci eravamo visti a VeDrò ma non era scoccata la scintilla” raccontano i due nelle vecchie interviste. “Poi…”. Enrico Letta, il Cupido della politica che fa innamorare tutti, soprattutto di sé. Riuscirà a colpire al cuore gli italiani per il suo Pd?