Home Politics Delmastro e Storari, vicende simili per esiti molto differenti

Delmastro e Storari, vicende simili per esiti molto differenti

Delmastro e Storari, vicende simili per esiti molto differenti

Che cosa unisce Andrea Delmastro Delle Vedove e Paolo Storari? Qual è la sottile linea rossa che può unire due persone così diverse? Da una parte un avvocato, un sottosegretario alla Giustizia, un esponente di spicco del governo di Fratelli d’Italia. Dall’altra parte un pm della Procura di Milano, tra i più attivi e i più valenti. Distantissimi nei modi, negli obiettivi, in tutto. I due non c’entrano niente l’uno con l’altro. Eppure c’è un piccolo sentierino che collega i due: la giustizia. I casi che li riguardano sono molto distanti ma in fondo molto simili.

Paolo Storari è stato assolto dal reato di aver diffuso atti segreti per la vicenda riguardante Piercamillo Davigo, a cui avrebbe fornito informazioni per le quali – peraltro – Davigo stesso è stato condannato. Per Andrea Delmastro è invece stata chiesta l’imputazione coatta per la diffusione di atti secretati, che vennero usati in aula dal suo collega di partito e coinquilino Giovanni Donzelli sul caso Cospito. I due casi sono uniti dall’oggetto di cui si discute: diffusione di atti secretati. Eppure gli esiti sono molto differenti.

Paolo Storari e gli atti affidati a Davigo

Andando a leggere infatti gli atti della sentenza che assolve Storari ci si accorge che i giudici mettono nero su bianco il fatto che è possibile che i magistrati non conoscano circolari che disciplinano le “informative concernenti i procedimenti penali a carico di magistrati”. In pratica si spiega che Storari poteva ignorare come funzionasse la questione della secretazione sul punto specifico perché da un lato era stato rassicurato dal consigliere del Csm Davigo, e dall’altro addirittura il vicepresidente del CSM Ermini non conosceva la normativa. Insomma, se due “mostri sacri” non conoscono la circolare, come avrebbe potuto Paolo Storari? Ineccepibile.

Delmastro, il compagno di stanza Donzelli e il caso Cospito

Per Andrea Delmastro, invece, il giudizio è assolutamente differente. Spiega la gip che “un eventuale errore nella sua interpretazione della norma extra penale, presupposto necessario a determinare l’esclusione della punibilità, deve essere originata da un errore scusabile”. Ma un errore scusabile “è difficilmente ipotizzabile — rimarca — per chi, come Delmastro, è un legale, specializzato in Diritto penale, nonché sottosegretario”. Quindi, visto che Delmastro non può non sapere, ne ordina l’imputazione coatta.

Persone diverse, casi simili, esiti differenti.