La volontà? “Quella di lavorare insieme per migliorare la salute lombarda”. Non nasconde la soddisfazione Emanuele Monti, il Presidente della Commissione Salute e Politiche sociali di Regione Lombardia, nella settimana in cui la giunta lombarda partorisce il testo definitivo della riforma. A lui ora spetta il compito di organizzarne la discussione in Commissione e poi l’approdo in consiglio regionale. Ma metà del lavoro è già stato fatto durante la primavera: due mesi di lavoro, tre sedute settimanali oltre 150 audizioni in la politica ha ascoltato tutti gli stakeholder della sanità regionale, dalle associazioni dei pazienti, agli ordini professionali, i dirigenti e le cooperative di medici.

Quali? “Penso alla medicina di prossimità sul tema dello sport – risponde il consigliere regionale – al ruolo della sanità nella montagna, penso al grande Centro di prevenzione regionale con uno sguardo nazionale ed europeo”.
Un lavoro di rifinitura ma per il presidente della Commissione Salute a contare davvero è l’impianto generale. “Sono orgoglioso del lavoro fatto – ha detto in occasione della presentazione del testo di riforma da parte del Presidente Attilio Fontana e dell’assessore al Welfare, Letizia Moratti– e di questi primi risultati ottenuti, specialmente perché siamo riusciti ad invertire una tendenza che ci ammorbava dal 2012: dopo anni di tagli miliardari voluti dai Governi centrali, ora grazie anche alla progressiva attuazione del Pnrr, arriveranno risorse vere da spendere”.
Risorse economiche – certo – ma anche umane. “Nelle nascenti strutture sanitarie territoriali – spiega Monti – opereranno professionisti che nel 30% dei casi saranno neoassunti, grazie ad un piano triennale di risorse per l’assunzione di personale così ripartito: 17.833.325 euro per il 2022, 28.686.750 euro per il 2023 e 29.720.320 euro per il 2024”.
Gli altri investimenti riguarderanno invece 576 milioni di euro, provenienti dal Recovery, per il potenziamento della medicina territoriale; 85 milioni, di risorse regionali, per la realizzazione del Centro per la prevenzione delle malattie infettive e 1,35 miliardi per il potenziamento della rete d’offerta ed edilizia sanitaria.