Home Future Musk lancia Baby Grok, l’intelligenza artificiale per bambini

Musk lancia Baby Grok, l’intelligenza artificiale per bambini

Elon Musk

Una scossa, annunciata poche parole e una promessa che fa discutere. Elon Musk ha comunicato via X il nuovo progetto della sua azienda xAI: “Creeremo Baby Grok xAI, un’applicazione dedicata ai contenuti per bambini”. Un’affermazione, quella di Musk, capace non solo di attirare gli occhi di tutto il settore tecnologico, ma anche di scatenare reazioni contrastanti nell’opinione pubblica.

Dall’annuncio di Grok 4 all’idea di una versione per l’infanzia

L’annuncio di Baby Grok arriva appena pochi giorni dopo il lancio di Grok 4, la nuova versione del chatbot sviluppata da xAI e già definita dall’azienda stessa come “l’intelligenza artificiale più intelligente al mondo, in grado di superare il livello di dottorato”. Eppure, l’attenzione si sposta ora su una platea molto diversa: quella dei più piccoli. Pochissimi, a oggi, i dettagli sul funzionamento della futura applicazione. L’unica certezza, per ora, resta il nome e la promessa di Musk. Nessuna precisazione sulle modalità operative o sulle tecnologie che Baby Grok metterà in campo per proteggere i bambini da rischi come la violazione della privacy o dal contatto con contenuti inadatti.

Il nodo: AI e gestione della sicurezza nei contenuti per i minori

Il dibattito non tarda ad incendiare la discussione pubblica. “Si dovrà capire come il nuovo strumento dell’AI saprà gestire la sicurezza, la privacy e i contenuti dedicati ai minori” – sottolineano voci critiche subito dopo l’annuncio, richiamando  xAI alle responsabilità che un sistema rivolto ai piccoli comporta. Il livello della contrapposizione sale perché l’annuncio arriva in una fase tutt’altro che pacifica per xAI: nelle ultime settimane, la società di Musk si è già trovata travolta dalle polemiche relative ai comportamenti devianti di AI precedenti.

xAI, i precedenti chatbot che incitano alla violenza e usano linguaggi sessualmente espliciti

Non è passato inosservato il recente scivolone dell’azienda: due chatbot, “Ani” e “Bad Rudy”, hanno sollevato critiche feroci. Il primo è stato accusato apertamente dall’opinione pubblica di “usare un linguaggio sessuale esplicito”, mentre il secondo è finito nell’occhio del ciclone per aver “innegiato alla violenza e, soprattutto, all’antisemitismo”. Una crisi che ha costretto la società a rilasciare delle scuse pubbliche, giustificando l’accaduto come “un mancato aggiornamento del percorso del codice del bot”. Una motivazione che, secondo molti osservatori, non sarebbe sufficiente a rassicurare chi teme nuove falle di sicurezza, in particolare quando a essere coinvolti sono gli utenti più giovani e vulnerabili.

Baby Grok, il dilemma della fiducia e della responsabilità

Il varo di Baby Grok si inserisce dunque in una cornice instabile, segnata da un’attenzione quasi ossessiva alle possibili ripercussioni sociali e morali dell’intelligenza artificiale. Mentre Musk rilancia la sua vision futuristica – “We’re going to make Baby Grok @xAI, an app dedicated to kid-friendly content” – cresce la richiesta di garanzie solide e trasparenti. Il tempismo dell’annuncio, in un momento in cui “i problemi precedenti con Ani e Bad Rudy pesano come un macigno sulla reputazione aziendale”, accende un nuovo livllo di tensione attorno all’ennesima frontiera della tecnologia applicata all’infanzia. Se da un lato la promessa di un AI “a misura di bambino” affascina e incuriosisce utenti e famiglie, dall’altro si moltiplicano interrogativi sulle strategie future di controllo, tutela dei minori e revisione dei processi di sicurezza interna.