Home Future “Mi faccio di vitamine”. La nuova tendenza del benessere? Un cocktail rigenerante in endovena

“Mi faccio di vitamine”. La nuova tendenza del benessere? Un cocktail rigenerante in endovena

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In Italia negli ultimi mesi abbiamo visto qualche vip su TikTok o Instagram mostrarsi sorridente con una flebo nel braccio, da Martina Colombari & Alessandro Costacurta a Belen Rodriguez, passando per Chiara Ferragni e Tommaso Zorzi. Si chiama Vitamin Drip ed è l’ultima moda nel campo del benessere: consiste nel farsi iniettare in vena un cocktail a a base di vitamine per rigenerarsi e ricaricarsi. Una cosa da very important people? No… Se nel nostro Paese è ancora una novità di nicchia, all’estero, in particolare negli Stati Uniti, la nuova tendenza spopola e coinvolge chiunque, non solo Rihanna o  Kim Kardashian. Di cosa si tratta esattamente?

Vitamin drip: cos’è

Una “vitamin drip” (in italiano “infusione di vitamine”) è una procedura medico-estetica in cui una miscela di vitamine, minerali e altri nutrienti viene somministrata direttamente nel flusso sanguigno attraverso un’infusione intravenosa. Questo trattamento è talvolta chiamato anche “terapia a goccia” o “infusione IV di vitamine”. Le vitamine e i minerali vengono solitamente miscelati in una soluzione sterile e poi somministrati lentamente attraverso un ago inserito in una vena, di solito in un braccio, in modo da permettere un rapido assorbimento dei nutrienti, bypassando il sistema digestivo.

Vitamin drip: a cosa serve 

Ci sono vari motivi per cui sottoporsi a un’infusione di vitamine, minerali e altri nutrienti. Alcune persone cercano un aumento immediato del livello di energia, altre desiderano correggere le loro carenze vitaminiche, altre ancora possono ricorrere a questo metodo per scopi puramente estetici, come migliorare l’aspetto della pelle o quello dei capelli.

L’efficacia e la sicurezza di questi “cocktail del benessere” possono variare a seconda dei nutrienti utilizzati e delle condizioni individuali, quindi è importante consultare un professionista medico per determinare se questa procedura sia appropriata per le singole esigenze e se ci sono rischi o controindicazioni da considerare.

La nuova moda dagli Stati Uniti al Sudafrica

Eppure negli Stati Uniti, ma non solo, tutto sembra molto facile: per le strade delle grandi città si moltiplicano infatti gli IV bar, ovvero i “bar delle infusioni intravenose”. Ambienti simile a un salone o a un centro benessere, in cui si può entrare e ordinare dal menù un trattamento come si farebbe con un qualsiasi bicchiere di vino. A quel punto ci si accomoda su una delle tante poltroncine allineate come in un salotto e si lascia che il liquido scorra nel proprio corpo. Quanto ci vuole? Dai 15 ai 50 minuti mediamente per un costo che si aggira intorno a qualche centinaio di euro.

 

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Le catene di IV bar

Se si prova a cercare il termine “IV bar” sul web, tra l’altro, la prima società proposta da Google è “The IV Bar Group, presente in Sudafrica, che promette: “A boot from within”, ovvero “Una spinta dall’interno”. Ben visibili in home page ci sono tutti i motivi per cui scegliere di farsi un trip. Per esempio, potenziamento immunitario, riduzione della fatica, aumento dell’energia, miglioramento della fertilità, diminuzione dello stress e dell’ansia, rallentamento del processo di invecchiamento, maggiore qualità del sonno e molto altro ancora. 

iV Bars Inc., per fare un altro esempio, è presente invece in tutti gli Stati Uniti: la società è stata fondata nel 2015 per “migliorare la vita delle persone, dagli atleti professionisti agli amministratori delegati alle madri con quattro figli”. “Il tuo io migliore inizia qui” è la promessa che accoglie il visitatore sul sito web, dove è possibile consultare la lista dei cocktail: si può ordinare un “libido”, un “performance”, un “rejuvenate”, un “immune plus”, un “rehydrate” o un “nirvana”, solo per citarne alcuni.  

Vitamin drip: i rischi 

Questa nuova tendenza sta però suscitando polemiche e preoccupazione da parte delle associazioni di medicina americane. Innanzitutto, non esiste ancora una letteratura scientifica che dimostri al 100% i benefici delle flebo di complessi vitaminici e minerali., quindi in caso di somministrazione di farmaci o preparati farmaceutici è importante che ci sia un’indicazione medica, come previsto tra l’altro dalla legislazione italiana. “Negli Usa invece la legge è più permissiva, anche se può variare a seconda degli Stati”, spiega Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione Nazionale dei Medici di Medicina Generale (Fmomceo), a Donna Moderna. “Non va sottovalutato, infatti, che va considerato cosa si inietta, che può variare da persona a persona e dunque va calibrato. Ma anche che queste sostanze andranno poi eliminate, per via renale o tramite il fegato, quindi occorre un controllo medico per evitare complicanze anche su questo aspetto. La stessa flebo, inoltre, avviene tramite un ago, dunque è di per sé una modalità traumatica per la vena, perché iniezioni ripetute possono dar luogo a flebite, mentre alcuni soggetti magari possono soffrire di crisi vasovagali“.