Home Future Come cambia il colloquio di lavoro, dall’aperitivo di gruppo al dialogo col chatbot

Come cambia il colloquio di lavoro, dall’aperitivo di gruppo al dialogo col chatbot

colloquio lavoro

Niente imbarazzo e formalità, ma una chiacchiera davanti a un bicchiere di vino. Ormai il colloquio di lavoro si fa così. Un incontro easy con l’azienda, per ridurre ansia e confusione, che spesso giocano da protagoniste soprattutto nel caso dei più giovani. Ma questa è solo una delle nuove modalità di selezione che potrebbero capitare a chi vuole trovare un nuovo impiego.

Colloquio di lavoro? Ok, si fa l’aperitivo

L’idea di proporre un aperitivo come nuovo metodo per conoscere e rompere il ghiaccio per la prima volta con chi desidera mettersi in gioco professionalmente è di Carrefour Italia, che la sperimenterà il prossimo 7 novembre per far conoscere la sua realtà aziendale ai neolaureati italiani. I giovani partecipanti verranno invitati a degustare un piccolo rinfresco all’interno del flagship Terre d’Italia di piazza De Angeli a Milano e, tra un assaggio e l’altro, potranno incontrare manager e recruiter dell’azienda. Un momento che permetta di sentirsi maggiormente a proprio agio in un contesto informale quale l’happy hour: “Vogliamo dare la possibilità ai giovani di avvicinarsi a una realtà lavorativa articolata, per questo ricca di opportunità, azzerando la percezione di barriere, che possa mettere i ragazzi a proprio agio in un contesto informale e rilassato”, spiega Pasquale Cirulli, Head of HR Headquarters, Talent Acquisition & Employer Branding. Presenti alla serata, oltre ai giovani candidati, saranno quindi i manager dei diversi reparti, che potranno illustrare in maniera tecnica il tipo di lavoro che svolgono e le capacità che ricercano, ma anche il team HR, che si renderà disponibile per aiutare i laureandi nella stesura del CV e proporrà loro alcuni suggerimenti e consigli per svolgere al meglio tutti gli step successivi (iscrizioni qui).

LEGGI ANCHE:

I colloqui via Zoom per chi ha gli occhiali sono un problema
A colloquio con l’Intelligenza Artificiale: viaggio nel lavoro post-Covid

Colloquio di lavoro, un candidato su 2 non conosce la posizione per cui si candida

Ma quali sono altre nuove tendenze in tema di colloqui? A spiegarle è il team di LinkedIn, che parte innanzitutto da un dato di fatto: nel mercato del lavoro attuale una media di 118 candidati competono per una singola posizione, quindi ottenere un incontro con l’azienda è di per sé un risultato. Come aumentare le possibilità di successo una volta che si è al centro dell’attenzione. Le prime impressioni contano e si hanno solo sette secondi per dare un’impressione che sia poi duratura. Un sorriso caloroso, una stretta di mano sicura e un atteggiamento professionale possono imprimere un tono positivo.

Inoltre, è essenziale una ricerca approfondita sull’azienda e sul ruolo lavorativo. Sorprendentemente, il 47% dei candidati viene rifiutato a causa della mancanza di comprensione dell’organizzazione e della posizione per la quale si candidano.

I segnali non verbali sono fondamentali, non solo all’inizio, ma per tutta la durata dell’incontro. Il consiglio è quello di mantenere un linguaggio del corpo professionale, prestando attenzione ad aspetti come postura, andatura e contatto visivo. Quest’ultimo è particolarmente importante: bisogna cercare di stabilirlo con gli intervistatori tra il 60 e il 70% delle volte in cui si parla.

Il ruolo della tecnologia e dell’AI

E ancora, il panorama del reclutamento è in rapida evoluzione: dalla pandemia in poi i colloqui virtuali stanno diventando la nuova norma, con il 60% dei reclutatori che ora si affida alla tecnologia video per incontrare i candidati, che devono mostrarsi capaci di gestire le diverse piattaforme. Non solo: l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il processi di reclutamento in maniera ancora più radicale, tanto che le aziende adottano sempre più spesso strumenti automatizzati per la selezione. Un cambiamento che semplifica i processi, riduce i pregiudizi e consente interviste più strutturate e basate sulle competenze.  

Infine, bisogna armarsi di pazienza, perché i processi di assunzione sono diventati più lunghi e valutano non solo le competenze tecniche, ma anche i tratti della personalità e la volontà di apprendere e crescere, anche perché una sempre maggiore enfasi viene posta sulla diversità e sull’inclusione, riconoscendo il valore di costruire una forza lavoro che prospera su prospettive diverse e pari opportunità. Quanto bisogna aspettare? In media ben 44 giorni, il “massimo storico”, secondo un rapporto di Josh Bersin Company ed AMS, riportato da CNBC Make It.

Che dire… In bocca al lupo.