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Attenzione alle app di dating: l’80% vende i dati degli iscritti

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Trovare l’anima gemella rinunciando alla privacy digitale: siete disposti a farlo? Da tempo, infatti, si parla della pericolosità delle app di dating per quanto riguarda la sicurezza e la situazione va peggiorando: queste applicazioni di appuntamenti sono sempre più affamate di dati personali degli utenti. L’allarme era stato lanciato per la prima volta nel 2021 da Mozilla, che ora torna sull’argomento con un nuovo studio (qui la versione integrale) e avverte: nel 2024 la posta in gioco è molto più alta.

App di dating e privacy: la ricerca

Come i romantici chatbot IA, anche le app di appuntamenti hanno bisogno di raccogliere alcune informazioni sensibili e personali dei loro iscritti. Le aziende, però, spesso ne approfittano e utilizzano le informazioni personali per ragioni non legate all’amore: dicono che possono condividerli o venderli oppure semplicemente non fanno il minimo indispensabile per mantenerli al sicuro, proprio in un momento in cui si discute di quanto l’AI richieda migliori protezioni per la privacy. Secondo la ricerca, ventidue delle 25 (88%) app di appuntamenti recensite non garantiscono sufficientemente la privacy.

Attenzione a queste richieste

Le app di dating raccolgono molte informazioni sui loro utenti, in modi più o meno espliciti. Fate attenzione a frasi come: “Condividi di più su di te”, “Rispondi a più domande”, “Aggiorna frequentemente il tuo profilo”, “Foto? Più ce ne sono, meglio è”. I questionari di configurazione si stanno arricchendo di domande sempre più dettagliate, molte delle quali non si possono saltare, soprattutto se si desidera dimostrare agli altri iscritti che il proprio status è verificato. E così, ecco richieste di dettagli personali come religione, razza, etnia, opinioni politiche, sessualità, salute, oltre alle “solite” foto, video e contenuti vocali, oppure richieste di geolocalizzazione che rimangono attive anche quando le app non sono in funzione. Nelle loro politiche sulla privacy, spesso le aziende affermano che fornire tutte queste informazioni è facoltativo: a volte è vero, altre volte invece l’affermazione è fuorviante, perché poi di fatto senza determinati dati la app non funziona.

Non conta solo ciò che condividi

Inoltre, le aziende possono collezionare dati che nemmeno ci si rende conto di condividere, come le informazioni raccolte da terze parti, oppure estrapolate dai dispositivi o delle foto personali. Circa il 25% delle app raccoglie metadati dai contenuti, ovvero informazioni contenute nei file su quando è stata scattata la foto (o il video), dove e in che giorno. Inoltre, dalle immagini si possono ricavare informazioni su interessi e attività degli utenti, per esempio quando gli scatti includono animali domestici, sport o viaggi. Il 64% delle delle app afferma che tutto questo serve a fornire “corrispondenze migliori” attraverso il lavoro dell’algoritmo, ma in molti casi agli utenti vengono già poste domande di questo tipo, quindi un’ulteriore raccolta dati non sembra necessaria. 

La maggior parte delle app di appuntamenti (80%) potrebbe condividere o vendere le informazioni personali a fini pubblicitari, anche se praticamente tutte funzionano  già secondo un modello di abbonamento che dovrebbe garantire la sostenibilità economica. Non solo. Se tali dati finiscono nelle mani dei broker – avverte ancora la ricerca di Mozilla – possono esservi gravi conseguenze: l’anno scorso, per esempio, un gruppo religioso negli Stati Uniti ha acquistato dati da Grindr per monitorare alcuni membri, secondo quanto raccontato dal Washington Post. 

Le due app di dating promosse

Secondo Mozilla, le uniche due piattaforme ad avere processi corretti di privacy sono Happn, di proprietà francese, e Lex, orientata al mondo queer. L’avvertimento principale riguarda però il futuro: con l’integrazione (già in corso, peraltro) dell’Intelligenza Artificiale all’interno di queste piattaforme la questione della privacy diventerà ancora più delicata, a causa delle enormi quantità di informazioni di cui l’AI ha bisogno per il suo addestramento e funzionamento. I cercatori dell’anima gemella sono avvisati…