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Violenza sulle donne, 25 novembre: dati delle vittime nel 2022 e perché cade oggi la giornata

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne, il 25 novembre non è una festa da celebrare ma un giorno triste che dovrebbe servire. I numeri in questo 2022 non sono bassi e fanno sempre più paura. le vittime tra le donne continuano ad esserci.

Violenza sulle donne, 25 novembre: dati delle vittime nel 2022

Il 25 novembre si ricordano tutte le donne che sono state vittime di violenza. Non solo numeri ma vite innocenti spezzate che purtroppo continuano ad esserci. Dopo ci si chiede sempre come sia stato possibile quanto si dovrebbe rafforzare l’iter della giustizia a tutela di certe situazioni che dovrebbero avere maggiore attenzione e sensibilità da parte dell’autorità e delle istituzioni.

Centoquattro donne sono state uccise dall’inizio dell’anno in Italia, fino al 20 novembre 2022. Da Guglielmina, soffocata dal marito il 6 gennaio, a Vera, accoltellata a morte dall’ex soltanto quattro giorni fa. Questo su un totale di 273 omicidi commessi in Italia. Dove si muore di più è proprio in famiglia. Sono 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare. Di questi, 52 hanno visto come carnefice il partner o l’ex. I numeri sono quelli del report diffuso dal Viminale. Di queste 104 vittime, 35 avevano più di 64 anni, la maggior parte di loro, secondo i dati Eures.

Perché cade oggi la giornata

La Giornata è stata istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. La data del 25 novembre non è casuale ma riporta al tragico assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate. Buttando i loro corpi in un burrone venne simulato un incidente.

Per l’occasione, anche il nuovo governo ha affrontato il tema. Infatti, il Senato ha approvato all’unanimità l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. “Affrontare la questione uniti senza distinzioni”, ha detto la premier Meloni. “Bisogna formare gli operatori – ha aggiunto la premier – dalle forze dell’ordine agli avvocati, magistrati, medici, assistenti sociali, docenti personale sanitario. Intendiamo rafforzare l’uso dei braccialetti elettronici e aiutare le donne a denunciare”. 

 

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