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Ucraina, il Nobel per la pace Muratov: «Gorbaciov teme una guerra nucleare»

Ucraina, il Nobel per la pace

Ucraina, il Nobel per la pace Muratov attacca il potere russo e Putin. Lo fa anche con le parole di Gorbaciov, al quale ha fatto visita in ospedale.

Ucraina, il Nobel per la pace Muratov ha fatto visita a Gorbaciov

Il premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, durante la sua audizione alla commissione giuridica del Parlamento europeo, ha raccontato di avere fatto visita a Gorbaciov il quale ha manifestato tutta la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina. “Ieri ho visitato Mikhail Gorbaciov in ospedale, ha compiuto da poco 91 anni e non sta bene, ma mi ha confermato che bisogna fare quanto possibile per fermare la minaccia di una guerra nucleare”.

Muratov, pressioni sul suo giornale

Dmitrj Muratov è il direttore del periodico indipendente Novaja Gazeta e in un’intervista ha dichiarato di aver ricevuto pressioni rispetto al linguaggio e alle notizie da pubblicare: “La pressione su Novaya Gazeta è iniziata immediatamente. Abbiamo ricevuto l’ordine di non utilizzare le parole “guerra”, “occupazione”, “invasione”. Tuttavia, continuiamo a chiamare la guerra con il suo vero nome, ossia guerra. Attendiamo le conseguenze”.

Inoltre, Muratov non ha risparmiato critiche al potere russo, ormai in mano al volere di Vladimir Putin: “L’élite al potere, compreso il ministro degli Esteri Lavrov, si è rivelata al mondo intero per quel che è: un gruppo di persone totalmente dipendenti, disposto a piegarsi completamente alle volontà del presidente Putin. Sembra che abbiano consumato la propaganda che loro stessi hanno creato e diffuso, che siano arrivati ​​a crederci”.

Infine, il premio Nobel Muratov non ha intenzione di arretrare e piegarsi alle minacce subite dal suo giornale: “Continueremo a lavorare il più a lungo possibile. Abbiamo oltre trenta milioni di lettori sui social network. Negli ultimi giorni abbiamo avuto più di quattro milioni e mezzo di visualizzazioni sul nostro sito. . Sono molto preoccupato per i nostri giornalisti che lavorano nella zona di guerra e nelle aree di confine, e per coloro che seguono i raduni di Mosca. Speriamo di riuscire a mantenere tutti al sicuro”.

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