Home Facts Terremoto Turchia e Siria: Erdogan fa arrestare più di 100 costruttori

Terremoto Turchia e Siria: Erdogan fa arrestare più di 100 costruttori

Turchia, terremoto

Da qualche giorno ormai la Turchia e la Siria stanno vivendo una nuova “realtà”. La scossa ha infatti devastato parte dei due paesi, che combattono per estrarre dalle macerie altri sopravvissuti. Al fronte del terremoto, Erdogan ha fatto arrestare più di un centinaio di costruttori edili, responsabili di non aver rispettato le norme.

La situazione intanto continua ad aggravarsi. Il numero delle vittime è infatti in costante aumento.

Terremoto, Erdogan fa arrestare molti costruttori

Ora dopo ora, e giorno dopo giorno, il numero dei morti non fa altro che salire e, in questo momento, si contano più di 40.000 persone. A queste si uniscono i moltissimi salvataggi inverosimili, come quello del neonato di circa 7 mesi, rimasto vivo – sotto le macerie – per più di 140 ore. Oppure dell’anziana signora e di altri bambini, i quali sono riusciti ad avere la meglio sul terremoto e sulle macerie. Tra chi si salva e chi perde la vita, la situazione rimane comunque tragica.

A parlare di quanto sta accadendo anche Tayyip Erdogan, presidente della Turchia. Da un lato ha accusato il destino di aver inflitto questa catastrofe; dall’altro sembra aver trovato i responsabili degli edifici crollati a causa del terremoto di qualche giorno fa.

Le forze dell’ordine si sono infatti prodigate per arrestare più di 100 costruttori edili nelle rispettive province (ben dieci), vittime della scossa. Questi infatti non avrebbero rispettato le normative edilizio del paese, inserite dopo il terremoto del 1999. Fuat Oktay, vicepresidente, ha reso noto fino a questo momento sono 131 i costruttori sospettati e ci sono circa 113 ordini di detenzione. Intanto il presidente Erdogan ha fatto presente che comincerà a ricostruire – poco alla volta – le diverse città colpite nelle prossime settimane.

In vista anche delle elezioni, non sarà facile per il politico turco portare avanti la campagna, anche perché – in questo momento – bisogna pensare a cose più importanti.