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Sigfrido Ranucci in Vigilanza Rai: perché? L’attacco di Gasparri

Sigfrido Ranucci

Sigfrido Ranucci è stata convocato in Vigilanza Rai ed è stato attaccato da alcuni membri della maggioranza. Al centro ovviamente della discussione il programma Report.

Sigfrido Ranucci in Vigilanza Rai: perché?

Sigfrido Ranucci è stato convocato in Vigilanza Rai. Le polemiche sono arrivate dopo le ultime puntate che hanno messo in mezzo Forza Italia.  Il senatore Giuseppe De Cristofaro: “Guarda caso, quest’assemblea è stata convocata perché le inchieste di Report hanno dato fastidio alla maggioranza di Governo. Questo non c’entra niente con le competenze di una commissione di Vigilanza. Questo c’entra con le scelte politiche. Io, maggioranza di questo Paese, chiamo il conduttore della trasmissione per mettere in campo certe giustificazioni. Sui dati, direttore Corsini, sta accadendo qualcosa. Se un pezzo significativo del giornalismo italiano sta andando altrove, sta succedendo qualcosa. Forse c’è una terza via tra l’andarsene con le proprie gambe e il trattenere. Sta succedendo oppure no che una serie di figure significative hanno lasciato la Rai nelle ultime settimane?”.

L’attacco di Gasparri

Ha fatto scalpore l’attacco di Maurizio Gasparri in Vigilanza Rai. “Le ho portato un cognac se ha bisogno di farsi coraggio – ha detto Maurizio Gasparri, mostrando una bottiglietta – ho visto che si è fatto accompagnare (un corteo di solidarietà e in difesa del giornalismo d’inchiesta, ndr) ma noi qui non mangiamo nessuno”. Gasparri, alla fine, ha tirato fuori una carota: “L’ho portata, se qualcuno ha paura della commissione di Vigilanza…”.

Per Francesco Filini, capogruppo di Fratelli d’Italia, la trasmissione “sembra preferire un giornalismo di teorema, con attacchi politici di matrice ideologica” che quest’anno si sta trasformando in “particolare accanimento”.

La risposta di Ranucci

“Report ha sempre dato conto del diritto di replica e usiamo sempre l’aggiornamento delle notizie per quanto riguarda le notizie di cronaca, fatto salvo che esiste una verità storica e una verità di cronaca. Per quanto concerne i costi li abbiamo abbassati da 1600 euro al minuto del 2016 a 1200 euro al minuto oggi e conto di poterli abbassare ancora nei prossimi anni. Il tema della qualità non si lega solo agli ascolti o al numero degli spettatori, ma il Qualitel, i sondaggi della qualità che fa la Rai in seguito al contratto di servizio pubblico, è molto importante. Lì c’è un campione molto ampio che ha decretato l’attendibilità del programma in base a criteri che sono assolutamente oggettivi. Noi, a differenza della politica, siamo soggetti al giudizio della magistratura. Ad oggi, dopo 38 anni di professione, ho la fedina penale ancora pulita nonostante ho affrontato 186 tra richieste di risarcimenti e querele ed è andato sempre tutto bene”. Sulle accuse del giornalismo “a tesi”: “Non c’è nessun giornalismo a tesi, anzi cambiamo l’impostazione del pezzo man mano che vengono a dipanarsi i fatti all’interno delle inchieste e tutto viene verificato e raccontato nel rispetto della continenza verbale”.