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Santa Caterina da Siena, oggi 29 aprile si celebra la Patrona d’Italia e d’Europa

Santa Caterina da Siena

Oggi, 29 aprile, si celebra Santa Caterina da Siena, la Patrona d’Italia e compatrona d’Europa. La Chiesa ricorda la vita della Beata nel giorno della sua morte, nel 1380. Assieme a Santa Teresa d’Avilia è la prima donna a ricevere il titolo di dottore della chiesa.

Santa Caterina da Siena, oggi 29 aprile si festeggia la Patrona d’Italia

Il 29 aprile è il giorno dedicato dalla Chiesa a Santa Caterina da Siena, nominata Patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi da Papa Pio XII e compatrona d’Europa da Papa Giovanni Paolo II. Nel 1970 Paolo VI la dichiara dottore della chiesa, diventando la prima donna, insieme a Santa Teresa d’Avilia, a ricevere il titolo.

Nata a Siena il 25 marzo 1347, Caterina era la ventiquattresima dei venticinque figli di un tintore, Jacopo Benincasa, e di sua moglie, Lapa Piacentini. Ha una sorella gemella, Giovanna, che però muore dopo poche settimane di vita. Ha la sua prima visione a soli sei anni, quando vede Gesù Cristo in trono in abiti papali, affiancato da San Pietro e San Paolo, nella Basilica di san Domenico a Siena. A sette anni fa voto di verginità e comincia a sottoporsi a continue pratiche di mortificazione, come digiuni e penitenze.

All’età di 12 anni, nonostante le pressioni dei genitori, rifiuta un matrimonio combinato e dichiara di essersi votata al Signore. La sua scelta la porta ad allontanarsi dalla sua famiglia, convinta che si trattasse solo di un capriccio giovanile. Questa frattura viene rimarginata solo dopo che il padre, secondo la tradizione, sorprese la giovane Caterina intenta a pregare, mentre una colomba volteggiava sopra la sua testa. È questo evento che lo aiuta a capire la serietà della vocazione della figlia.

La vita monastica, la beneficenza e la morte nel 1380

A sedici anni Caterina da Siena entra nell’ordine delle Terziarie Dominicane, note in città come le Mantellate, per il mantello nero che portavano sopra le vesti bianche. La giovane non sapeva né leggere né scrivere, lacuna che le creava non poche difficoltà nel partecipare alla preghiera comune e alla vita monastica. Si isolò per ben tre anni dalle altre suore, per poi imparare a leggere e a cominciare le sue attività di beneficenza verso i malati, i poveri e i carcerati. Le sue gesta caritatevoli attirarono non poche voci e malelingue, che la accusarono di eccessivo protagonismo, ma furono anche da esempio per molte sue compagne Mantellate.

Nel 1370 suo padre e molti dei suoi fratelli decidono di trasferirsi a Firenze, mentre sua madre resta indietro, per starle accanto. In quel periodo la Santa comincia ad essere seguita dalla Bella Brigata. Si trattava di un gruppo di uomini e donne suoi devoti seguaci, che la aiutano e sostengono durante le sue attività giornaliere. Nell’aprile del 1375, riceve le stimmate nella Chiesa di Santa Cristina a Pisa. Caterina muore a soli 33 anni il 29 aprile 1380, provata dalle continue mortificazioni che si autoinfliggeva.