Home Facts Renzi vs Travaglio: il leader di Italia Viva perde la causa. Il giudice ha deciso che “mitomane” non è diffamazione

Renzi vs Travaglio: il leader di Italia Viva perde la causa. Il giudice ha deciso che “mitomane” non è diffamazione

Renzi vs Travaglio

Renzi vs Travaglio: la causa di diffamazione voluta dal leader di Italia Viva contro il direttore de Il Fatto Quotidiano ha visto la vittoria di quest’ultimo. Il giudice ha emesso la sentenza in data 17 agosto per i fatti successi nella trasmissione di La7 Otto e Mezzo del 2020.

Renzi vs Travaglio: il leader di Italia Viva perde la causa

La prima sentenza che ha visto Matteo Renzi portare in tribunale il giornalista Marco Travaglio e perdere la causa risolta a favore del direttore de Il fatto Quotidiano. Nel corso della trasmissione Otto e Mezzo del 20 febbraio 2020 avvenne lo scontro tra i due. “Tu, oggi, definisci Renzi un mitomane?”, chiedeva Gruber con riferimento al medesimo titolo del Fatto quotidiano. E Travaglio: “Si, è una forma di mitomania molesta che, probabilmente, risale a fattori prepolitici che andrebbero studiati da specialisti clinici. Probabilmente vuole farci pagare colpe ataviche, non so se lo prendevano in giro da bambino, non so se vuole farci pagare il fatto che gli italiani non lo hanno capito e lo hanno bocciato più volte, che il mondo non comprende il suo genio. Sta di fatto che lo spettacolo penoso di ieri sera denota, secondo me, una svolta che non può essere nemmeno definita più uno show, è una cosa penosa. Secondo me per l’igiene della politica bisognerebbe cominciare a fare una specie di silenzio stampa, cioè una moratoria nel continuare a mettere il microfono davanti a una persona che chiaramente non è compos sui, non è in sé”.

Il giudice ha deciso che “mitomane” non è diffamazione

Secondo il giudice le parole come “mitomane” non è da considerarsi diffamazione. “Tra le espressioni più forti ed incisive – si legge nella sentenza del 17 agosto – non si riscontrano ingiurie, contumelie od epiteti scurrili né affermazioni che aggrediscano in termini universalmente oltraggiosi il patrimonio morale dell’attore”. Si tratta di un attacco politico “non personale” e che quindi va “ricondotto nell’alveo della critica politica”.

La sentenza del Tribunale ha sottolineato come gli attacchi di Travaglio non siano stati lesivi della reputazione di Renzi anche perché “non avevano alcuna pretesa di veridicità. Non lo disse con l’intento di convincere qualcuno circa il fondamento delle espressioni pronunciate, ma al solo fine di ironizzare sulle condotte e sulla figura di Renzi”.

 

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