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Processo Matteo Messina Denaro, udienza rinviata: il boss non si è presentato in collegamento

Processo Matteo Messina Denaro

Processo Matteo Messina Denaro, la prima udienza in programma per oggi 19 gennaio 2023 è stata rinviata. Il boss non si è presentato in collegamento e si darà tempo per avere anche il difensore in aula.

Processo Matteo Messina Denaro, udienza rinviata

L’udienza del processo a Matteo Messina Denaro accusato di essere il mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio è stata rinviata al 9 marzo “per consentire al difensore di essere presente”. Lo ha deciso il presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo. Uno dei due difensori d’ufficio del boss, l’avvocato Salvatore Baglio, ha comunicato di avere ricevuto una delega orale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro, la nipote Lorenza Guttadauro, e ha chiesto il termine a difesa per prendere cognizione degli atti e informarsi sugli atti oggetto del procedimento.

Il boss non si è presentato in collegamento

Il boss non si è presentato all’udienza in collegamento. I Diabolik avrebbe rinunciato a presenziare al processo in videoconferenza dal carcere de L’Aquila a causa della sua prima seduta di chemioterapia a cui viene sottoposto in queste ore all’interno dell’istituto penitenziario.

“Il livello di conoscenza di Messina Denaro per il rapporto stretto con Riina era probabilmente superiore a tutto quello che ci hanno raccontato i collaboratori fino ad oggi”. Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Antonino Patti, al termine dell’udienza. “Messina Denaro – ha continuato il procuratore Patti – è uno dei mandanti delle stragi del ’92 ma anche uno di quelli che già nella fase iniziale aveva messo mano a questo progetto con la missione romana del ’92 dove addirittura è protagonista materiale di quella missione insieme a Graviano e agli altri”. “Il momento dell’arresto – ha continuato Patti – è un momento che abbiamo accolto con soddisfazione. È il coronamento di sforzi che l’autorità giudiziaria palermitana e le forze dell’ordine hanno per decenni dedicato e le circostanze dell’arresto possono sembrare banali ma dietro c’è un lavoro e una professionalità che secondo me non devono essere minimamente messe in discussione con discorsi dietrologici che lasciano il tempo che trovano”.

Poi, ha aggiunto Patti: “Cosa cambia in Cosa nostra dopo l’arresto di Messina? Su questi scenari io non saprei che cosa dire, sicuramente non bisogna abbassare la guardia perché io ritengo che negli ultimi tempi il soggetto, probabilmente anche fiaccato dalla malattia, potrebbe avere un pochettino abbandonato il campo. Ma sono argomenti su cui ne sappiamo poco, non saprei su questo aspetto”.