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Processione dei Misteri il Venerdì Santo: cos’è, origine, dove vederla

Processione dei Misteri il Venerdì Santo

Processione dei Misteri il Venerdì Santo: è un modo più esasperato di vivere il secondo giorno del Triduo Pasquale. Si tratta di una diversa evoluzione della semplice Via Crucis.

Processione dei Misteri il Venerdì Santo: cos’è

La processione dei Misteri è una manifestazione religiosa che avviene il Giovedì o il Venerdì Santo. Tra gli elementi chiave delle processioni dei Misteri c’è la rappresentazione esasperata del dolore e del sangue.

Processione dei Misteri il Venerdì Santo: origine

L’origine della processione si trova nella parola i “misteri” che poi vengono sviluppati, dopo il Concilio di Trento, in processioni in diversi paesi dell’Italia meridionale, della Spagna e non solo, e sono l’eredità di tale teatralità e religiosità medievale. Inoltre, si trovano  riferimenti nell’iconografia del Cristo crocifisso con riferimenti nella scultura Medioevale, ma soprattutto in quella seicentesca dell’Italia meridionale esemplificata nelle opere di fra Umile da Petralia.

Dove vederla

Sono diverse organizzate in molte località d’Italia, alcune storiche altre meno ma lo stesso importanti. Basterà collegarsi sulle pagine di facebook dei paesi e seguire le diverse dirette che già dalla serata di giovedì 14 aprile sono iniziate.

Ad esempio ad Enna, la prima processione del venerdì santo è avvenuta nel 1261. Qui la Settimana santa è un bene protetto dall’UNESCO e la processione, coi suoi 2.500 confrati incappucciati e le statue di Gesù Morto e della Madonna Addolorata, è il suo evento più simbolico.

Mentre a Procida, avviene il corteo dei 30 manufatti artistici realizzati con la partecipazione di duemila cittadini sfilerà dal borgo più antico di Terra Murata fino al porto della Marina Grande. I carri allegorici portati a braccio raccontano episodi del Vecchio e Nuovo Testamento e sono realizzati con cartapesta, legno e altri materiali poveri. La processione affonda le sue radici nel ‘600 e nel vicereame spagnolo, come quasi tutte quelle nel Napoletano e più in generale del Meridione. Ideata dalla confraternita dei Turchini (o meglio, della Madonna Immacolata detta dei Turchini), così detta per il colore del mantello di chi vi apparteneva, fondata nel 1629 dai Gesuiti, insediata nella vecchia chiesa di San Michele, dalla quale nel ‘700 la confraternita emigrò perché divenne proprietaria della chiesa di San Tommaso d’Aquino detta anche sull’isola chiesa nuova, la processione inizialmente era soltanto penitenziale. Battenti incappucciati si flagellavano con il cilicio.

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