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Poster “Stop Gender” a Bologna, il sindaco: “Offensivi per la dignità”

Poster stop gender Bologna

Bologna, il sindaco Lepore contro i poster “Stop Gender” dell’associazione Pro Vita“Manifesti offensivi per la dignità della persona”. Il primo cittadino condanna l’iniziativa e promette provvedimenti: “Non tolleriamo l’intolleranza”.

Bologna, Lepore contro i poster “Stop Gender” di Pro Vita: “Offensivi per la dignità della persona”

Negli ultimi giorni l’Associazione Pro Vita e Famiglia ha cominciato ad affiggere dei manifesti contro la presunta ideologia gender a Bologna. Nel poster appare un bambino intristito, mentre le mani di qualcuno cercano di imporgli un fiocco rosa o persino un rossetto, con la didascalia: “Basta confondere l’indentità sessuale dei bambini. #Stopgender”. Il sindaco Matteo Lepore ha espresso la sua disapprovazione per la campagna in un lungo post su Facebook: “Sono manifesti offensivi della dignità delle persone e della libertà di espressione di genere. Abbiamo chiesto un parere legale per poterli rimuovere”. 

Il primo cittadino promette provvedimenti e nuove regole in materia di affissioni: Non vogliamo che si ripetano episodi di questo tipo. Per questo stiamo valutando di inserire correttivi alle regole attuali sulle affissioni pubbliche. Tra libertà di espressione, sempre da difendere e garantire, e campagne discriminatorie c’è una bella differenza. Una differenza che la destra non sa, o non vuole, capire. A Bologna non tolleriamo l’intolleranza. Viva la libertà. Quella vera. Di tutti, per tutti“.

La replica della Lega: “Il sindaco è contro la libertà di pensiero”

Il post di Lepore ha provocato la reazione di alcuni rappresentanti della Lega che si sono schierati a favore della campagna. “Vogliono censurare i manifesti antigender.” scrive su Facebook il consigliere comunale Matteo Di Benedetto. Il politico leghista poi dichiara: “Anche il Sindaco Lepore si schiera contro la libertà di espressione e vuole condizionare la libertà di pensiero? Lo trovo assurdo. Questa è un’impostazione totalitaria e da dittatura del pensiero unico”.