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Perché non c’è più pesce fresco italiano al supermercato?

Gubbio pranzo di pesce con dissenteria

Perché non c’è più pesce fresco italiano nei supermercati? Una merce di qualità ormai rara, il cui commercio è messo in ginocchio dagli aumenti di prezzo del carburante. Cosa sta succedendo?

Perché non c’è più pesce fresco italiano al supermercato: il settore ittico in difficoltà

Trovare pesce fresco a un buon prezzo nei supermercati è sempre più difficile, ma mai quanto trovarne di origine italiana. La maggior parte dei prodotti ittici in vendita nei negozi provengono ormai quasi tutti dall’estero: dalla Croazia, alla Grecia e la Spagna, passando persino per Tanzania e Vietnam. Ma come mai è sempre più difficile acquistare pesce fresco italiano? La risposta va trovata nel brutale aumento di prezzo del gasolio. Solo nell’ultimo anno il costo del carburante è triplicato, rendendo insostenibile uscire in mare per la maggior parte dei pescherecci italiani.

Sono tantissimi i pescatori italiani che semplicemente non possono permettersi di lavorare e preferiscono restare in porto. La Federpesca, la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca, si è espressa circa la crisi del settore ittico: “Abbiamo sinceramente apprezzato il tempismo con il quale nel decreto Energia di marzo erano stati individuate le misure a sostegno del settore. Il fatto che ad oggi nessun contributo sia stato erogato ha esasperato la situazione“.

Ora paghiamo il carburante un euro e venti centesimi al litro, una barca ne consuma sui 3mila litri al giorno.” -ha spiegato invece Apollinare Lazzari, presidente associazione produttori e pesca di Ancona- “Ed è chiaro che così non si può andare avanti. Noi, a differenza di altre imprese non possiamo scaricare il costo sul prodotto. A noi serve un aiuto diretto, immediato non chiediamo sconti o altre agevolazioni, ci occorre soltanto che il gasolio non superi un certo prezzo così da poter lavorare.

Le proteste dei pescatori: porti bloccati in tutto l’Adriatico

Con ogni giorno che passa, cresce l’insofferenza dei lavoratori nel settore della pesca. Ad Ancona sono ben 15 giorni che i pescherecci restano fermi, come anche in tanti altri porti del Mar Adriatico. In molti casi i pescatori hanno organizzato proteste bloccato i porti. Proprio ad Ancona sono stati bloccati per ore tre tir, che trasportavano prodotti ittici provenienti dall’estero. A Manfredonia, 200 pescherecci si sono organizzati in protesta, impedendo l’accesso al porto e spostandosi solo per far passare la barca adibita al trasporto dell’acqua alle Tremiti.