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Matteo Messina Denaro non collaborerà con i giudici: Mattarella riceva chi ha arrestato il boss

Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro non ha intenzione di collaborare con la giustizia. Il parere è di uno storico avvocato di vecchi testimoni di giustizia. Intanto, il presidente Sergio Mattarella ha accolto tutti coloro che hanno contribuito all’arresto del boss.

Matteo Messina Denaro non collaborerà con i giudici

Matteo Messina Denaro non collaborerà con la giustizia. L’opinione è dell’avvocato Luigi Li Gotti, storico legale dei pentiti di Cosa nostra (come Tommaso Buscetta, Gaspare Mutolo e Giovanni Brusca): in un’intervista all’AdnKronos, ha spiegato che, secondo lui, ci sono zero possibilità che Matteo Messina Denaro stia collaborando o inizi a collaborare con la giustizia, perché non ha convenienza, lui deve difendere il suo patrimonio e pensare alla sua salute, il suo problema principale”.

Secondo sempre l’avvocato, collaborare significherebbe anche disvelare tutti i beni posseduti, perché la prima cosa che viene chiesta è questa”. “Dunque, qualora collaborasse, per poter accedere a chiedere dei benefici alternativi ci vogliono dieci anni dal momento in cui viene arrestato. Prima di dieci anni, anche se collabora, non può nemmeno chiedere i benefici. Un collaboratore di giustizia, infatti, prima di poter accedere ai benefici deve superare una certa soglia di espiazione di condanna, non è che inizia a collaborare e il giorno dopo accede ai benefici, no, la legge impone dei tetti”.

La malattia, quindi, “è uno stimolo a non collaborare, perché se è vero, com’è vero, che per ottenere benefici devono trascorrere dieci anni, uno che ha una malattia grave, almeno così hanno detto, non ci arriva a vivere altri dieci anni. Dunque, che benefici avrebbe Messina Denaro? Zero, e zero, a mio parere, sono le possibilità che collabori. Poi tutto può essere, però, francamente“.

Mattarella riceva la squadra che ha arrestato il boss

La cattura del boss di Cosa Nostra “manifesta la supremazia della legge sul crimine”. Con queste parole Sergio Mattarella definisce il senso di un suo incontro al Quirinale con un’ampia delegazione delle squadre che hanno arrestato il boss mafioso a Palermo. Nella sala degli Arazzi del Quirinale sono sfilati però tutti, guidati dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi e dal Generale di Divisione Pasquale Angelosanto, Comandante del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri. Con loro una folta rappresentanza di ufficiali, marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri del Ros, del Gruppo Intervento Speciale e dei Comandi territoriali di Palermo e Trapani dell’Arma.

Il presidente della Repubblica ha voluto così esprimere “la riconoscenza della Repubblica” per la cattura di Matteo Messina Denaro “sottolineando come questo successo dell’azione della Magistratura e di tutte le Forze di Polizia, che vi si sono impegnate con tenacia e dedizione, abbia manifestato la supremazia della legge sul crimine e abbia rafforzato la fiducia dei cittadini in una società libera dalla presenza della mafia”.

 

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