Home Facts Matrimonio di Bezos a Venezia, il nipote di Cacciari guida la protesta: “La città non è la sua sala eventi”

Matrimonio di Bezos a Venezia, il nipote di Cacciari guida la protesta: “La città non è la sua sala eventi”

Matrimonio di Bezos a Venezia, il nipote di Cacciari guida la protesta: “La città non è la sua sala eventi”

La mobilitazione del movimento “No space for Bezos” contro il faraonico matrimonio del fondatore di Amazon di fine giugno. Attesi Leonardo DiCaprio, Lady Gaga, Mick Jagger, Oprah Winfrey, Katy Perry, le Kardashian. Tommaso Cacciari: “Arrogante tecno-feudatario”

Quello che doveva essere un matrimonio da sogno, tra gondole, stelle di Hollywood e hotel a cinque stelle, rischia di trasformarsi in un caso politico. Venezia, la cornice scelta da Jeff Bezos e Lauren Sánchez per celebrare le loro nozze, è oggi il centro di una mobilitazione crescente. Tra attacchi istituzionali, striscioni calati dai campanili e promesse di blocchi via mare, l’arrivo del fondatore di Amazon nella Serenissima ha riacceso tensioni antiche e nuove: la città, già provata da un turismo eccessivo e da una privatizzazione strisciante degli spazi pubblici, ora dice no al matrimonio dell’anno. O, almeno, a quello che molti vedono come un simbolo di arroganza e occupazione.

Bezos a Venezia, una festa da 30 milioni di dollari (e 5 superyacht)

Le nozze tra Bezos, 60 anni, e la giornalista ed ex pilota Lauren Sánchez, 55, si annunciano come un evento da copertina: cinque mega yacht attraccati nel Bacino di San Marco – incluso il Koru, la goletta da 127 metri di proprietà di Bezos, secondo yacht a vela più grande del mondo – e almeno 250 invitati tra cui Leonardo DiCaprio, Lady Gaga, Mick Jagger, Oprah Winfrey, Katy Perry, Eva Longoria, Ivanka Trump e le sorelle Kardashian. A loro disposizione i cinque hotel più esclusivi di Venezia: Gritti Palace, Danieli, Aman, Cipriani e St. Regis.

La sposa, si dice, sfoggerà ben 27 cambi d’abito nell’arco di 72 ore. Per l’occasione sono stati prenotati 30 taxi acquei (su 280 disponibili in città), ma – assicurano fonti vicine all’organizzazione – non ci saranno ripercussioni sul trasporto pubblico. Eppure l’impatto sulla città, tra sicurezza, traffico e percezione pubblica, è già tangibile.

Le location blindate e le date (non più segrete)

Le nozze erano inizialmente previste tra il 24 e il 26 giugno, ma sono slittate, ufficialmente per ragioni logistiche, al 26-28 giugno. Il 27 ci sarà una prima celebrazione sull’isola di San Giorgio, mentre il 28 l’evento culminerà con una festa alla Scuola Grande della Misericordia, uno degli edifici storici più imponenti della città, gestito oggi da un “blind trust” riconducibile al sindaco Luigi Brugnaro. Una sede blindata, dicono gli organizzatori. Ma non abbastanza per impedire alle informazioni di trapelare: i canali d’accesso sono noti e su quelli si concentra ora l’attenzione degli attivisti.

La protesta guidata dal nipote di Cacciari: “Venezia non è la sala privata di un miliardario”

A guidare la contestazione è il comitato “No Space for Bezos”, una rete composita che riunisce il Laboratorio Morion, l’ANPI “Sette Martiri”, Extinction Rebellion, il centro sociale Rivolta di Marghera e il Comitato No Grandi Navi. Da settimane la città è tappezzata di manifesti e adesivi, culminati con un’azione clamorosa: uno striscione con la scritta “Bezos” cancellata da una X rossa è stato calato dal campanile della Basilica di San Giorgio, gesto che è costato una denuncia agli attivisti da parte dell’Ordine dei Benedettini.

Il portavoce Tommaso Cacciari, nipote dell’ex sindaco Massimo, ha dichiarato apertamente: “Non siamo contro il matrimonio, ma contro l’arroganza di un tecno-feudatario che si muove come fosse a casa sua. Venezia non è la sala eventi privata del miliardario, né un fondale per la sua ostentazione”. Per Cacciari e i suoi compagni, la presenza di Bezos rappresenta tutto ciò che sta snaturando la città: “Bezos sfrutta i lavoratori, appoggia Trump e colonizza spazi pubblici con la complicità delle istituzioni”.

Il comitato ha annunciato una “protesta colorata e pacifica” il 28 giugno, ma anche determinata: “Bloccheremo gli accessi via mare con barche e gonfiabili, via terra con i nostri corpi. Se ci sarà una zona rossa, la violeremo. I cinque canali che portano alla Misericordia non saranno praticabili”. A rincarare la dose anche Luca Casarini, ex leader dei Disobbedienti e oggi a capo della Ong Mediterranea: “In mezzo ai disastri del mondo, che bisogno avevi, miliardario sfondato, di comprarti una città come Venezia per il tuo matrimonio? È una forma di pornografia del potere”.

Zaia: “È una vergogna protestare contro chi porta ricchezza”

La reazione delle istituzioni locali è stata netta. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha bollato le proteste come “una vergogna assoluta”: “È inaccettabile ostacolare un uomo che porta ricchezza. Chi dice ‘no ai vip’ fa danni al Veneto, non a Bezos”. Il sindaco Brugnaro ha difeso la scelta della coppia: “È un onore che abbiano scelto Venezia. Chi protesta è una piccola minoranza che vuole solo farsi notare”. Poi ha rilanciato: “Bezos dà lavoro a milioni di persone nel mondo, non capisco cosa ci sia da contestare”. Ma la controreplica di Cacciari è altrettanto tagliente: “Ci vergogniamo noi di Brugnaro, un sindaco mendicante che svende la città. Zaia difendeva gli artigiani, ora si inginocchia ai miliardari che li hanno distrutti”.