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Mariupol, acciaieria Azovstal: cosa sta succedendo?

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Mariupol, acciaieria Azovstal: le notizie che arrivano non sono confortanti. I russi continuano ad attaccare ed assediare mentre i soldati ucraini resistono e non vogliono arrendersi.

Mariupol, acciaieria Azovstal: cosa sta succedendo?

L’acciaieria Azovstal è uno degli stabilimenti siderurgici più grandi d’Europa adesso trasformato in una fortezza. All’interno ci sono soldati ucraini, quel che resta della 36esima brigata di fanteria della Marina, uomini del reggimento Azov, combattenti stranieri. Secondo Kiev, nei sotterranei ci sono anche un migliaio di civili, anche donne, anziani e bambini. “Ci sono anche neonati. Queste persone si sono nascoste dai bombardamenti nei depositi dell’impianto, secondo il capo della polizia locale affermando che i soldati russi starebbero “usando la popolazione civile rimasta a Mariupol – circa 100.000 persone – per scavare tra le macerie e recuperare i cadaveri. L’esercito russo sta cercando di cancellare le tracce dei suoi crimini”.

Da Mariupol non arrivano notizie confortanti, infatti pare che l’acciaieria siaquasi completamente distrutta, come afferma Svyatoslav Palamar, vice comandante del battaglione Azov, citato da Nexta tv, media bielorusso di opposizione. “Bombe super potenti sono state sganciate e i civili sono sotto le macerie”.

Ucraina, i soldati ucraini non si arrendono

L’acciaieria di Azovstal è il nuovo centro di combattimento in cui si sta combattendo l’ennesima battaglia tra esercito ucraino e russo. Il ministero della Difesa di Mosca esorta i militari ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol ad arrendersi, ma la situazione è ancora nel caos.

Per i soldati ucraini non c’è via di fuga e non si sa per quanto tempo ancora possano difendersi e resistere, così come un intervento russo significherebbe perdere molto perché il sito è sconosciuto e davvero immenso. Non è facile espugnare l’acciaieria, progettata per resistere ad attacchi nucleari. A realizzarla, nel 1930, fu il Presidio del Soviet Supremo dell’Urss, che scelse la località per la sua vicinanza con il porto di Mariupol. Intanto, il vice comandante degli Azov, Svyatoslav Palamar, ha parlato di “bombe pesanti che vengono sganciate in continuazione. Combatteremo, useremo tutte le cartucce che ci sono rimaste”.

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