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Giorno del ricordo delle Foibe: storia, cosa sono e perché il 10 febbraio

Giorno del ricordo delle Foibe

Giorno del ricordo delle Foibe: nella memoria collettiva sono luoghi e strumenti di massacro e dolore che diedero vita a un vero e proprio genocidio di massa di migliaia di italiani negli anni subito dopo la caduta del fascismo. Per questa giornata è arrivato anche il messaggio del Ministro della culturaGennaro Sangiuliano, rivolgendo un appello agli organizzatori del Festival di Sanremo affinché si dedichi uno spazio, all’interno dell’evento, al giorno del ricordo delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata: “Il 10 febbraio è la giornata dedicata al ricordo dell’orrore delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Sono rispettosissimo dell’autonomia dell’arte e del lavoro culturale degli artisti. Ma da cittadino, prima che da Ministro, credo sarebbe un gesto importante che il Festival Sanremo dedicasse un momento, domani sera, proprio al Giorno del Ricordo”. 

Giorno del ricordo delle Foibe: storia e cosa sono

Le foibe sono delle cavità naturali, profonde anche centinaia di metri, diventate dopo la caduta del regime fascista un luogo di morte per tanti italiani che si trovavano sotto il regime del generale Tito. Sono state un mezzo di morte oltre che un luogo, anche perché gli italiani in quegli anni, chi non riuscì a fuggire, venivano deportati anche in campi di concentramento. Le foibe rappresentano un vero e proprio genocidio di massa. Non si hanno cifre precise ma migliaia di italiani civili persero la loro vita. Secondo i comunisti iugoslavi, sotto il potere del generale Tito, tutti gli italiani erano fascisti o contrari al regime comunista perciò tutti gli italiani non comunisti che vivevano in Istria e in Dalmazia (due zone del Friuli Venezia Giulia) furono considerati come “nemici del popolo”, torturati e poi gettati nelle fosse naturali chiamate foibe.

Dove si trovano le Foibe

Le foibe si trovano nella regione del Carso, a cavallo tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia. I primi esempi sono stati registrati nel ’43 nei territori dell’Istria, dove partigiani delle formazioni slave, ma anche gente comune, per lo più delle campagne, fucilarono o gettarono nelle foibe centinaia di cittadini italiani, perché considerati “nemici del popolo”. Queste esecuzioni, però, ebbero la loro massima intensità nei quaranta giorni dell’occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e dell’Istria, nel ’45.

Perché il 10 febbraio

Il 10 febbraio viene celebrato il “Giorno del ricordo”, previsto dalla legge italiana grazie alla proposta del deputato triestino Roberto Menia e approvata dal Parlamento italiano nel 2004. Il 10 febbraio 1947 venne firmato il trattato di Parigi con cui si decise che le città di Fiume, Zara così come tutta l’Istria e le isole della Dalmazia venivano annesse  alla Iugoslavia. Questo accordo generò un vero e proprio esodo degli italiani da quelle terre per mettersi in salvo ma lasciare tutti i loro beni.

Il Giorno del ricordo ha lo scopo di non dimenticare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale italiano”.