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Cibi sintetici vietati dall’Italia: cosa sono e cosa ha deciso il Governo Meloni

Cibi sintetici

Cibi sintetici: la decisione del Governo Meloni è arrivata con il divieto ed eventuali multe già previste per chi non rispetta le nuove disposizioni. Ecco quali sono i cibi vietati e cosa si rischia in concreto per chi viole le nuove norme.

Cibi sintetici vietati dall’Italia: cosa sono

Il Governo Meloni ha deciso per lo stop in Italia alla “produzione e all’immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”. Si tratta di cibi “costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati”. Le sanzioni amministrative pecuniarie vanno “da un minimo di euro 10 mila fino ad un massimo di euro 60 mila, ovvero fino al 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60 mila”.

Alla violazione consegue “la confisca del prodotto illecito, l’applicazione delle sanzioni amministrative del divieto di accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea per lo svolgimento di attività imprenditoriali, per un periodo minimo di un anno e fino al massimo di tre anni, nonché la chiusura dello stabilimento di produzione, per lo stesso periodo”.

Cosa ha deciso il Governo Meloni

“Non potevamo che festeggiare con i nostri agricoltori un provvedimento che pone l’Italia all’avanguardia, sul tema non solo della difesa dell’eccellenza, materia per noi particolarmente importante, ma anche sul tema della difesa dei consumatori”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, fermandosi al flash mob di Coldiretti davanti a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il disegno di legge per il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici.

La difesa dei consumatori, ha aggiunto, è data anche dalla “certezza di ciò che si consuma e, dico di più, anche dal tentativo di evitare il rischio che alcune scelte compiute domani possano tradursi in una discriminazione tra chi può avere di più e chi può avere meno. Noi siamo legati al fatto che ogni cittadino che mangi qui, che mangi nella patria dell’eccellenza possa avere le stesse opportunità di consumare del cibo del quale conosce esattamente la provenienza, la composizione e del quale, nel nostro caso, conosce anche la grandezza”.

 

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