Home Facts Caro affitti a Milano, una parrocchia risponde con 250 euro: a Roma riprendono le proteste

Caro affitti a Milano, una parrocchia risponde con 250 euro: a Roma riprendono le proteste

Caro affitti

Caro affitti a Milano: il tema è sempre molto discusso e delicato. Fa rumore la pro posta di una parrocchia di offrire i propri locali a prezzi vantaggiosi rispetto a quelli che spaventano e gravano sulle finanze di tanti giovani fuorisede.

Caro affitti a Milano, una parrocchia risponde con 250 euro

Nel mondo del caro affitti gli studenti a Milano forse possono permettersi un luogo dove stare senza doversi svenare. Infatti, la parrocchia di Zogno ha messo a disposizione degli studenti fuori sede circa 60 appartamenti a Milano. Quest’opportunità c’è da tanti anni e ha coinvolto diverse generazioni di giovani che dalla valle scelgono di studiare a Milano, dove è quasi impossibile arrivare con i mezzi pubblici – racconta don Simone Pelis, direttore dell’oratorio di Zogno ad Avvenire -. Visto il periodo e il dibattito legato alle difficoltà nel trovar casa, il passaparola è aumentato ancor di più”.

“Questa è una zona valutata tanto – riconosce don Pelis –. Ma noi siamo convinti della bontà della nostra iniziativa e del servizio che offriamo a prezzi calmierati: vogliamo continuare a garantire quest’opportunità per i giovani della valle”.

A Roma riprendono le proteste

Ad inizio settimane, invece, a Roma Tre sono tornate le tende degli studenti per protestare contro il caro affitti aderendo così a Cambiare Rotta, organizzazione di sinistra. “Dopo aver partecipato alla settimana di tendate in Sapienza, che prosegue ad oltranza – fanno sapere da Cambiare Rotta – abbiamo quindi deciso di portare le tende anche a Roma Tre, dove non mancano studenti e studentesse fuorisede e pendolari costretti a rallentare il proprio percorso accademico perché privati del diritto alla casa. La nostra quotidianità e la costante ricerca di un affitto, il cui esito è determinato dalle decisioni dei privati, il ritrovarsi incastrati in dinamiche lavorative precarie che non consentono alcuna prospettiva di stabilità economica e soprattutto un’università che non permette alcuna emancipazione e che anzi, ripropone logiche privatistiche e aziendali, portandoci all’estrema competizione in cui ce la fa solo chi può permetterselo”.

“La lotta contro il caroaffitti parla di speculazione abitativa – continua la nota – e mancanza di welfare, parla di prospettive future delle giovani generazioni in questo paese. Accogliamo le proposte che altri studenti nei vari atenei stanno portando di fronte alla sordità del Governo e delle istituzioni e alle strumentalizzazioni di alcuni partiti di opposizione, a partire dalla necessità di reintrodurre un equo canone come tetto massimo al prezzo degli affitti, abolendo la legge 431/98. Così come crediamo sia importante mettere mano ai fondi pubblici strutturali e del Pnrr che non devono più andare in mano ai privati o agli studentati di lusso“.