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Alice Scagni uccisa, chi era? Marito, lavoro, fratello, omicidio

Alice Scagni uccisa

Alice Scagni uccisa: un omicidio brutale è avvenuto nella sera di domenica 1 maggio a Genova. Una donna ha perso la vita a causa dell’aggressione da parte del fratello.

Alice Scagni uccisa, chi era: marito e fratello

Alice Scagni, 34 anni, era originaria di Genova e aveva una bambina di appena un anno e mezzo. Il marito di Alice, Gianluca Calzona, è commercialista di 35 anni, e insieme ad un vicino di casa hanno tentato invano di soccorrere la donna mentre erano in attesa dell’ambulanza, dopo l’aggressione mortale ricevuta.

Alberto Scagni, disoccupato da tempo, secondo diverse testimonianze con problemi di instabilità mentale (ma non risulta in carico alla Asl), faceva pressione sulla famiglia e in particolare sulla sorella con continue richieste di denaro. I rapporti tra Alice ed Alberto non erano idilliaci e di mezzo c’era finito anche il marito della donna. In un post sui social qualche tempo fa, Alberto scriveva: “Questa (in cui potete ammirare una donna che si sta per sposare e un mix tra un narcos, daredevil, ed un ubriaco) è l’unica foto del matrimonio di mia sorella che per adesso si è degnata di mandarmi. Forse perché nelle altre sono ancora più brutto? Non mi stupirebbe. Di essere più brutto. Ma dubito sia il motivo. E sono passati anni, peraltro”.

Alice Scagni: omicidio

Il fratello di Alice, Alberto ha ucciso la sorella con circa 17 coltellate alla schiena e 3 frontali. Un agguato, un raptus omicida che ha portato la donna velocemente alla morte. Domenica 1 maggio, il fratello l’ha aspettata sotto casa. Poco dopo le nove di sera Alice è uscita dal palazzo di via Fabrizi, in un quartiere residenziale del levante genovese, Quinto, per portare fuori il cane. Prima è scoppiato un litigio subito abbastanza acceso, poi le urla e l’aggressione.

Dopo l’agguato, Alberto è fuggito lasciano in una pozza di sangue la sorella. Dopo poco, l’uomo è stato fermato a poche decine di metri dagli agenti di una volante, aveva ancora il coltello in mano, i vestiti imbrattati di sangue. Per questo l’arresto è avvenuto in flagranza di reato e all’uomo è stato contestato l’omicidio volontario.