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Milano più inclusiva passa dalla collaborazione tra pubblico e privato

Milano città che si rispecchia Stelline

Le sfide della Milano di domani passano anche da una leadership che non lasci indietro nessuno. Questo il fulcro delle riflessioni nel panel “La città che si rispecchia”, svoltosi al Palazzo delle Stelline a Milano durante la XXI edizione di Italia Direzione Nord. Sono intervenuti al dibattito Giuseppe Petronzi, Questore di Milano, Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza, Enrico Pazzali, Presidente Fondazione Fiera Milano, Ferruccio Resta, Presidente Fondazione Bruno Kessler, Claudia Sorlini, Vice Presidente Fondazione Cariplo, Alberto Sinigallia, Presidente Fondazione Progetto Arca, Marco Baccanti, Direttore Generale FITT e Gino Rigoldi, Fondazione Gino Rigoldi.

Per una Milano più inclusiva

Nel 2022 sono stati 1800 gli interventi della Polizia di Milano dopo segnalazioni legate al disagio mentale. “Un dato che fa riflettere e deve metterci in condizioni di organizzare risposte efficaci sul territorio – precisa il Questore di Milano Giuseppe Petronzi. Risposte che vanno viste in termini di sicurezza. Noi dobbiamo garantire sicurezza alla città e ai nostri cittadini e lavoriamo su quello che è l’ultimo miglio, quindi quello che noi vediamo. Dobbiamo reprimere le situazioni e prevenire, ma nella fase della prevenzione penso ci debbano essere tanti attori per portare la nostra città a uno standard molto elevato di sicurezza”. 

Se Pazzali si dice ottimista per il futuro della città (“Milano quando è stata in crisi è sempre riuscita a trasformarsi”), Resta precisa che per essere attrattiva per i più giovani ci sono delle condizioni da rispettare: “Loro si muovono in quelle zone dove trovano un equilibrio tra benessere e vita lavorativa. Se hai la forza lavoro hai ricchezza e se hai questo puoi investire anche in una città più inclusiva”.

I valori aggiunti del territorio da valorizzare

Il capoluogo lombardo può competere con l’estero per “la qualità della sua ricerca sulle Scienze della Vita – spiega Baccanti – L’industria farmaceutica ha capitali liquidi che possono scegliere di creare centri dove vogliono e il compito deve essere intercettarli. Soprattutto nel target tra i 30-40enni, i talenti guardano quale potrebbe essere il luogo con la qualità della vita migliore e tra qui e l’Europa siamo ancora perdenti”. Oggi però anche i privati guardano al valore aggiunto che possono lasciare sul territorio.

“Accanto a una componente del privato vecchia maniera, poco attenta al sociale e all’aspetto ambientale, c’è n’è oggi una che si sta muovendo nella direzione giusta, con la quale ci impegniamo ad esempio a creare del verde socialmente utile per tutti – precisa Sorlini – Alcuni privati hanno chiesto una collaborazione con enti del terzo settore storici per fare insieme interventi nei quartieri popolari di Milano che sono in difficoltà. In via Padova ad esempio è stato recuperato cibo e sono stati creati degli orti urbani”.

Milano deve tornare attrattiva

De Albertis sottolinea come Milano debba “tornare ad essere attrattiva per chi vuole costruire un futuro qui. Serve collaborazione tra pubblico e privato. Chiediamo di porre delle regole affinché l’operatore possa realizzare i suoi interventi ma abbia degli incentivi volumetrici, degli sconti sugli oneri per aumentare la sua quota di edilizia convenzionata”. E se per Sinigallia “per uscire dall’indigenza le chiavi sono la casa e il lavoro” e “la sfida dell’housing sociale è in trasformazione”, per una città più inclusiva bisogna prima di tutto investire nelle nuove generazioni, e qui l’educazione è cruciale.

“La famiglia e la scuola oggi hanno difficoltà a interfacciarsi con i giovani che sono educati dai social – conclude Don Gino Rigoldi – Per questo serve un vero e proprio addestramento alla relazione, insieme si fanno cose grandi, ma le relazioni si imparano bisogna investire in questo aspetto”.