Home Economy Traffici marittimi, ecco la sorpresa: le esportazioni italiane continuano a crescere. Il Report Sace

Traffici marittimi, ecco la sorpresa: le esportazioni italiane continuano a crescere. Il Report Sace

L'economia mondiale torna sull'ottovolante sulla scia delle crisi globali come quella delle catene del valore imposta dal blocco del Mar Rosso 

Perché questo articolo potrebbe interessarti? L’economia globale non sta passando un bel momento e il peggio potrebbe addirittura dover ancora arrivare. Un buon termometro capace di misurare quanto sta accadendo è dato dalla variazione dei traffici marittimi. Secondo le previsioni di HSBC Global Research le tariffe di trasporto dei container raggiungeranno un minimo alla metà del 2023. Nel frattempo i costi dei trasporti via mare sono andati incontro ad un raffreddamento, di pari passo con una diminuzione del volume di merci messe in movimento. Basta unire tutti punti e ci ritrovermo di fronte allo stato di salute della produzione industriale, nonché della domanda e dell’offerta. Ecco che cosa succede nel mondo (e in Italia)

Il caso dell’Italia

Analizzare i traffici marittimi può risultare utilissimo per misurare la salute dell’economia globale. Attenzione tuttavia alle piacevoli sorprese. Se è vero che, come detto, stiamo assistendo ad un rallentamento dell’economia, il Rapporto Export di Sace, pubblicato pochi giorni fa, lascia intravedere un interessante trend per l’Italia. In particolare, le esportazioni italiane continuano a crescere.

Nel 2022 è previsto un + 10,3%, in seguito ad un primo semestre da + 21%, con 530 miliardi previsti a fronte dei 516 dello scorso anno. Bene pure l’import italiano: forte crescita prevista per il 2022 e 472 miliardi nel 2021. Dato che l’Italia è un Paese che sfrutta molto i movimenti marittimi, le nostre aziende possono godere della contingenza favorevole. Detto altrimenti, visto che i prezzi sono in calo, i beni trasportati nei container costano meno del previsto.

Traffico marittimo ed economia globale

Spedizioni marittime a picco e brusca frenata dei prezzi per trasporti via mare e noli di container. Sono questi gli indizi più eclatanti che evidenziano ulteriormente l’attuale rallentamento dei mercati e lasciano intravedere l’ombra di una recessione globale. L’euforia post pandemia, quando i più importanti porti del mondo erano affollati da centinaia di imbarcazioni in attesa di scaricare le rispettive mercanzie, è evaporata come neve al sole. Al suo posto ecco uno scenario incerto, caratterizato da un’inflazione galoppante, dal continuo aumento del costo delle materie prime e delle risorse energetiche. Siamo di fronte ad un fenomeno preoccupante, chiaro segnale della frenata dell’economia mondiale. Allo stesso tempo, per guardare al bicchiere mezzo pieno, questo scenario sorride alle aziende che muovono enormi quantità di merci in virtù dei costi raffreddati.

In ogni caso, il report Fast and Furious di HSBC parla chiaro: all’attuale velocità di erosione dei tassi spot, i tassi di mercato potrebbero scendere ai livelli del 2019 già alla fine di quest’anno. Luci e ombre, dunque. Ricordiamo che le aspettative precedenti parlavo della metà del 2023. Gli autori del documento hanno osservato come lo Shanghai Containerized Freight Index (SCFI), che tiene traccia dei tassi spot di trasporto dalla Cina, sia sceso del 51% da luglio, facendo segnare un calo settimanale medio del 7,5%. “Sosteniamo che una domanda più debole del previsto, un più rapido allentamento della congestione e la concorrenza sui prezzi per ottenere un carico marginale abbiano portato a questo calo”, hanno affermato gli analisti della banca.

Prezzi e container

Sempre inerente al traffico marittimo è fondamentale soffermarsi sui prezzi dei container. Il World Container Index compilato da Drewry, incaricato di valutare le rate di nolo sulle otto rotte principali da e per Stati Uniti, Europa e Asia, ha fatto segnare un calo del 6% nella seconda settimana di Ottobre. Calcolatrice alla mano, stiamo parlando di 3.483 dollari per ogni container da 40 piedi movimentato. E dunque di un valore pari al 66% in meno rispetto ai 10.377 dollari a FEU rilevati nel settembre di un anno fa. In particolare, e giusto per fare qualche esempio, i prezzi tra Shanghai e Los Angeles sono scesi a 2.619 dollari/FEU (- 13%). Quelli tra Shanghai e New York a 6.321 dollari/FEU (- 8%), mentre tra Genova e Rotterdam e Shanghai e Genova abbiamo assistito ad un calo rispettivamente del – 3% e del – 4%, a 4.595 e 4.736 dollari/FEU.

Altro dettaglio da non trascurare: da giugno ad oggi le tariffe spot dei container spediti dalla Cina alla costa occidentale degli Stati Uniti sono crollate da 9.600 a 3.800 dollari. Questo potrebbe sottintendere un rallentamento della domanda, anche perché adesso, in teoria, ci troviamo nell’alta stagione per i container. Il congestionamento dei porti di un anno fa, insomma, è soltanto un lontano ricordo.

Il commercio italiano e i trend del 2022: leggi il Rapporto Export di Sace