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Tim, cronaca di un fallimento. La relazione del Collegio Sindacale

I Sindaci e il fallimento di Tim

Un indebitamento finanziario di 22 miliardi, una perdita di oltre 8 miliardi e un risultato operativo che segna un rosso di oltre 3 miliardi. La relazione del Collegio Sindacale agli azionisti di Telecomitalia – Tim Spa è la cronaca di un disastro. Il Collegio è stato nominato nel 2021 e sarà operativo per due anni fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.

Il Collegio dei Sindaci

Pur non avendo riscontrato irregolarità, i Sindaci – il presidente Francesco Fallacra, Angelo Rocco Bonissoni, Francesca di Donato, Anna Doro e Massimo Gambini – riepilogano i principali rischi e le incertezze sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sul conto economico, sul prospetto delle variazioni di patrimonio netto e il rendiconto finanziario.

Il Collegio dei Sindaci è stato nominato dall’Assemblea degli azionisti che il 26 novembre 2021 ha revocato le deleghe al precedente Amministratore Delegato, Luigi Gubitosi, attribuendole parzialmente al nuovo Direttore Generale, Pietro Labriola – già Ad di TIM Brazil. In seguito alla nomina è stata avviata l’attività di ricerca del collegio, che si è conclusa lo scorso 21 gennaio.

Bilancio in rosso

Il bilancio separato e quello consolidato 2021 di Tim presenta ricavi per 15 miliardi e 316 milioni euro. Il risultato operativo segna meno 3 miliardi e 500 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Telecomitalia – Tim chiude quindi l’esercizio con una perdita di oltre 8 miliardi e 400 milioni di euro.

L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2021 ammonta a 22 miliardi e 187 milioni di euro, rispetto ai 23 miliardi e 326 milioni segnati il 31 dicembre 2020. La capogruppo di Tim S.p.A. ha chiuso l’esercizio con una perdita di 8 miliardi e 314 milioni di euro. Lo scorso anno il gruppo aveva invece conosciuto un utile per 7 miliardi e 161 milioni di euro.

Criticità su Dazn

Nella relazione del Collegio sull’esercizio 2021 dell’operatore è contenuta anche l’analisi dell’accordo con la piattaforma di streaming Dazn per la trasmissione dei match del campionato di calcio di Serie A nel triennio 2021-2024.

Nel mirino del collegio sindacale tra le “operazioni atipiche o inusuali effettuate con terzi”, è finito l’accantonamento “per complessivi 548 milioni di euro relativo alla natura onerosa rilevata per alcuni contratti di contenuti media, principalmente riferibili al contratto sottoscritto con Dazn”, si legge nella relazione.

Le analisi del Collegio hanno condotto ad appurare che, in ragione di alcuni specifici impegni contrattuali e di alcuni fenomeni che hanno impedito il raggiungimento del numero di abbonati previsto dal piano di investimento originario – prosegue il documento – non si prevede di raggiungere il punto di ‘break-even’ del triennio e la copertura dei costi attraverso i ricavi.

Problemi con la fibra

Tra le operazioni di maggior rilievo condotte da Tim nel 2021 c’è progetto di ampliamento della copertura in fibra ottica sull’intero territorio nazionale. Realizzato dalla società FiberCop, di cui Tim detiene il 58%, insieme col fondo di private equity KKR (37%) e Fastweb (4%).

Recentemente Tim ha registrato uno scivolone in Borsa per Telecom Italia all’indomani dello stop del cda a KKR. La richiesta del fondo di accedere a una due diligence prima di valutare una offerta formale per il gruppo ha portato alla scontata decisione del Cda che sembra certificare la fine del progetto del fondo Usa di arrivare al controllo del gruppo Tlc per poi guidarne il riassetto.

LEGGI LA RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE DI TIM