Home Economy “Rischio spinta speculativa”: il futuro dell’immobiliare a Milano secondo Confocooperative Habitat

“Rischio spinta speculativa”: il futuro dell’immobiliare a Milano secondo Confocooperative Habitat

“Rischio spinta speculativa”: il futuro dell’immobiliare a Milano secondo Confocooperative Habitat

“Dobbiamo fermarci a riflettere cosa Milano vuole essere nei prossimi anni”. Alessandro Maggioni parlando con True News commenta così le dichiarazioni del sindaco Giuseppe Sala sui 10 miliardi di euro di investimenti immobiliardi in arrivo verso il capoluogo lombardo. Che il primo cittadino ha dichiarato di voler indirizzare principalmente verso le periferie.

Occorre pragmatismo sociale

“Senza spirito polemico, ma al contrario con stile collaborativo, ci sentiamo di dire che per trasformare l’auspicio in fatto serve una visione dotata di pragmatismo sociale“. Ha dichiarato Maggioni, Presidente di CCL (Consorzio Cooperative Lavoratori – ACLI) e di Confcooperative Habitat. Il quale con True News commenta: “Anzi, chi amministra dovrebbe avere la forza di mantenere la barra dritta sul timone e di gestire una linea realista. Non ci aspettiamo semplici auspici, ma prospettive reali”.

Maggioni tende una mano a Sala. Ricorda che “i rapporti con l’amministrazione milanese sono buoni e l’interlocuzione prosegue. Ma da esponenti del mondo dei costruttori di case ci sentiamo di lanciare un invito. Rinunciare a scatenare il gioco frenetico dei comunicati e delle iniziative non ragionate. Fermiamoci e riflettiamo tutti assieme”.

Il tema della casa

Per Maggioni il punto di fondo è molto chiaro: il tema casa, come da  sempre ricordato. E’ il principale fattore di generazione delle disuguaglianze nelle metropoli contemporanee di cui Milano, a livello italiano, è scintillante avanguardia. E, ragiona con True News il presidente di Confcooperative Habitat, oggi si rischia il caos: portare a “3mila euro al metro quadro”. Dai 2.200 attuali rappresenterebbe un primo passo dell’attore pubblico per aderire a un incremento di tale costo senza limiti e “significherebbe aderire all’avvio di una spinta speculativa”.

Del resto, si ragiona con Maggioni, Milano viveva da tempo una fase di grande dinamismo immobiliare, che aveva spinto in alto i prezzi. L’interesse di grandi gruppi d’investimento e la visibilità internazionale legata ai grandi eventi come le Olimpiadi 2026 hanno aumentato tale esposizione. La crisi delle materie prime e, nota Maggioni, “la pressione inflattiva”, hanno fatto il resto, portando “a una situazione di difficile sostenibilità” se questo trend sarà incentivato.

“Sia ben chiaro, non siamo manichei e personalmente non sono un nemico della finanza”, nota Maggioni. “Ma la forza di un’amministrazione sta nella capacità di creare il clima giusto per attrarre e valorizzare investimenti governandoli”. Per temperare tale furia serve un indirizzo politico che guardi al lungo periodo. Secondo Maggioni, quanto si vede in alcuni passaggi connessi a scelte dell’amministrazione comunale non ci pare vada in tale direzione.

Il Comune sia vigile

“La rendita – fondiaria e immobiliare – è l’insidia più forte rispetto a questi temi”, ha scritto Maggioni in un recente comunicato stampa a tal proposito. “Il Comune deve porre attenzione al tema. Poiché, se è vero che ha armi spuntate per contrastarla, dovrebbe vigilare affinché non diventi inconsapevole alimentatore della sua crescita. Purtroppo, in alcuni casi succede proprio questo: proprietari di rendite fondiarie potrebbero sentirsi ulteriormente legittimati a incrementare aspettative speculative magari anche a seguito di provvedimenti comunali.

Per Confcooperative Habitat resta sostenibile un esta sostenibile un costo massimo di vendita che sia attestato a 2.500 euro al metro quadro per la convenzione agevolata, un tetto degli affitti agevolati a 100 euro annui al metro quadro (così da rendere un bilocale da 65 metri quadri in grado di costare al massimo 540 euro al mese) e un aumento della quota di edilizia destinata ad acquisti agevolati rispetto agli affitti, così da armonizzare al ribasso i costi in entrambi i campi. Ed evitare un’ondata speculativa sull’immobiliare che può far danno a Milano.

Milano decida cosa vuole essere

La città deve decidere cosa vuole essere“, conclude Maggioni. “Vogliamo diventare una versione provinciale di Londra, con i medesimi problemi abitativi e di accessibilità o coniugare la crescita della città, che è notevole, con le basi del nostro modello di sviluppo?”. Una domanda fondamentale e che resta aperta. In attesa della risposta della giunta Sala.