Home Economy Lo yen e il gioco delle valute: l’economia del Giappone è davvero in crisi?

Lo yen e il gioco delle valute: l’economia del Giappone è davvero in crisi?

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Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il Giappone è davvero alle prese con una tempesta economica perfetta? La situazione potrebbe essere diversa rispetto a quanto non si possa pensare.

Non è più la terza economia del mondo. Ha una moneta che continua a perdere terreno rispetto al dollaro (e persino all’euro). Per di più deve fare i conti con un debito pubblico monstre, pari al 258% del suo pil. Che cosa sta succedendo al Giappone? All’apparenza, e leggendo i dati, sembra che Tokyo sia travolta da una tempesta perfetta. Eppure, nonostante tutto, la situazione potrebbe essere molto diversa di quanto non si possa pensare.

“Il sorpasso tedesco sul Giappone ha causato senza dubbio un contraccolpo psicologico, anche a livello comunicativo. Ma oltre ad una parte scura ne troviamo una chiara. Il Giappone, in termini di percentuali di pil, per la prima volta cresce più della Cina. E nessuno cinque anni fa se lo sarebbe mai aspettato. La Borsa di Tokyo ha inoltre un valore mai così alto da 35 anni, dai tempi della “bolla”. Ha quindi poco senso concentrarsi soltanto sul dato bruto del superamento della Germania. Peraltro una notizia che i mercati sapevano da tempo”, ha spiegato a True-news Antonio Moscatiello, giornalista ed esperto di Giappone.

Come sta l’economia del Giappone

In termini nominali, e in dollari, il pil del 2023 del Giappone è stato più basso di quello della Germania. Da qui il “sorpasso tedesco”. “Vuol dire relativamente poco. Se guardiamo in termini percentuali l’andamento del pil dei due Paesi, scopriremo una situazione opposta. Mentre la Germania ha un segno meno, il Giappone ha uno positivo”, ha proseguito Moscatiello.

Che cosa sta succedendo, dunque? “Succede che c’è il gioco del cambio, il gioco delle valute. Mentre lo yen è crollato rispetto al dollaro, l’euro e il dollaro sono rimasti tutto sommato stabili. Significa che nel momento in cui effettuiamo il cambio tra la valuta nipponica e le altre due, vediamo, in termini nominali, il pil del Giappone risultare più basso. Anche rispetto a quello tedesco. Detto altrimenti, c’è una miopia di fondo. Pochi si sono resi conto di questo gioco delle valute”, ha sottolineato Moscatiello.

Le dinamiche economiche giapponesi sono però ben più complesse. La Bank of Japan (BoJ), tra le grandi banche centrali del mondo, è stata l’unica che ha mantenuto una politica ultra espansiva con tassi reali negativi. E questo perché il Giappone viene da una storia di deflazione e aveva bisogno di creare stabilmente un’inflazione al 2%.

Ebbene, la BoJ si è ritrovata a sfidare una fiammata inflazionistica non ritenuta strutturale ma episodica. Ha quindi deciso di mantenere i tassi negativi e di continuare con una politica economica espansiva. Questo ha portato al deprezzamento dello yen. “Se la Fed e la Bce alzano i tassi, il costo del denaro (dollaro e euro) aumenta e lo yen crolla”, ha aggiunto Moscatiello.

La vera sfida di Tokyo

L’inflazione nipponica non è altissima, si aggira intorno al 3,2%, ma ha comunque decretato un aumento dei prezzi. Le retribuzioni dei lavoratori, al contempo, non sono salite dello stesso livello e le famiglie hanno perso potere di acquisto. Le persone hanno aumentato la quota di risparmi e sono calati i consumi.

“L’attività economica non ha tratto giovamento dal mantenimento della politica espansiva. Sono aumentate le esportazioni con uno yen in calo, ed è anche vero che è aumentato il turismo in ingresso. È però altrettanto vero che il Giappone deve importare tutte le materie prime e i materiali critici. E che deve pagarle in dollari. Mettiamo insieme i pezzi del puzzle ed ecco che per il Giappone l’esser passato dal terzo al quarto posto a discapito della Germania può avere un effetto relativo. Sì, c’è il tema dell’orgoglio nazionale. Ma oggi il governo giapponese è chiamato ad intervenire in casa per risolvere i suoi nodi. Nodi interni“, ha affermato Moscatiello.

In che modo? E che cosa aspettarsi da qui ai prossimi mesi? “Il governo di Fumio Kishida è abbastanza screditato. In più troviamo una BoJ in attesa. Molto dipenderà dalle trattative tra le parti sociali che a primavera, come ogni anno, decreteranno i livelli retributivi contrattuali. Il governo ha chiesto alle aziende di “aprire i cordoni della borsa” perché le famiglie devono recuperare potere d’acquisto, ma solo le più grandi società riusciranno nell’impresa. In ogni caso, se le trattative dovessero andare a buon fine allora entrerebbe in campo anche la BoJ. La banca centrale darà prima o poi una stretta alla politica monetaria, forse a primavera”, ha aggiunto il giornalista.

Insomma, il Giappone è finito nell’occhio del ciclone o questa è soltanto un’esagerazione mediatica? “Non è tutto scuro come possa apparire. Dietro al famigerato “sorpasso tedesco” c’è il gioco delle valute e dei cambi. Come in una gara automobilistica, chi è quarto può aver preso la scia giusta ed esser finito terzo. Ma è probabile che fra qualche anno il Giappone possa effettuare un controsorpasso sulla Germania. Dunque, non mi soffermerei troppo sulla posizione in cui si trova Tokyo, bensì sulle altre sfide che il Paese asiatico deve gestire internamente”, ha concluso Moscatiello.