Home Economy È tornato il baratto: dalla Finanza ai Comuni, ecco chi rinuncia alla moneta

È tornato il baratto: dalla Finanza ai Comuni, ecco chi rinuncia alla moneta

È tornato il baratto: dalla Finanza ai Comuni, ecco chi rinuncia alla moneta

Con la crisi economica acuita dall’emergenza Covid anche lo scambio di merci e servizi può rappresentare una risorsa importante. Perché non comporta scambio di denaro. Non è quindi un caso che proprio negli ultimi due anni il baratto abbia conosciuto un piccolo boom, anche se in un’accezione più moderna. Fra siti internet basati sulla “circolarità” dell’utilizzo, app per la cessione di giocattoli o merci usate, piattaforme pensate per lo scambio dei crediti commerciali, forme di baratto amministrativo che consentono di pagare le multe impegnandosi in lavori socialmente utili e catene che fanno del “cambio merce” la formula vincente per acquistare prodotti a prezzi iper scontati. Proprio nei mesi segnati dalla pandemia il fenomeno ha visto una crescita importante, con una crescita di annunci e iniziative. Il baratto, ribattezzato “barter”, è diventato insomma la risposta più creativa alle difficoltà ma anche al bisogno di vivere in modo sempre più sostenibile, limitando gli sprechi. Grande successo, per esempio, sta riscontrando BarattoBB.it, un portale dedicato ai soggiorni, alloggi e colazioni nei b&b di tutto il Paese. Sul sito è possibile scambiare beni o servizi ottenendo un po’ di svago nella propria località preferita senza costi aggiuntivi.

Il baratto e il mondo della finanza

Negli ultimi tempi il baratto è diventato sempre più 4.0, coinvolgendo anche il mondo della finanza. Grazie alla scorsa legge di Bilancio è stato introdotto infatti il cosiddetto “baratto finanziario”, che consiste nella compensazione multilaterale di crediti e debiti commerciali provenienti da fatture elettroniche. La novità dovrebbe permettere alle imprese di compensare le proprie posizioni creditizie e debitorie, senza passare dalla moneta.

L’evoluzione moderna del baratto

Ma non finisce qui perché le pubbliche amministrazioni, come per esempio i Comuni, possono fare ricorso al baratto anche per aiutare i cittadini in difficoltà nel pagare le multe. La legge può infatti consentire, in determinati e limitati casi, di convertire la sanzione con attività di pubblica utilità, secondo la logica del baratto amministrativo. Per beneficiare di questa misura occorre che il Comune interessato abbia aderito all’iniziativa, solo in seguito è possibile inoltrare la domanda. Che permette di trasformare una sanzione per eccesso di velocità in qualche ora passata a spazzare le strade.

In tempi recenti è esplosa anche un’altra forma di “burter”, che si basa sulla vendita sottocosto di prodotti commerciali. Così è nata la catena Portobello che ha messo radici a Roma quattro anni fa per chiudere il 2020 con 45 milioni di fatturato, 12 punti vendita (due quelli recentemente aperti a Milano) e l’obiettivo di arrivare a 400 dipendenti entro il 2023. A decretare il successo di questa idea è la formula, basata sul “cambio merce”. Ovvero, l’evoluzione del baratto. Il meccanismo è semplice: la catena acquista i beni eccedenti nei magazzini dei produttori offrendo in cambio spazi pubblicitari. In questo modo è in grado di rimettere quei prodotti in commercio al 40 o 50 per cento in meno rispetto al prezzo più basso presente sul mercato.

Simile è l’esperienza del Gruppo Next. Anche in questo caso la merce in eccedenza presente in magazzino viene ritirata in cambio di pubblicità. In questo modo i piccoli e medi imprenditori strozzati dal Covid hanno la possibilità di liberarsi dei prodotti invenduti investendo al tempo stesso sulla propria visibilità. Insomma, un meccanismo antico come il baratto sta tornando prepotentemente di moda. Promettendo una soluzione creativa e flessibile a chi vive la crisi con estrema difficoltà.