È il primo vero banco di prova (AstraZeneca a parte) del governo di Mario Draghi e si chiama decreto Sostegni, valore 32 miliardi. Bbiettivo prioritario: dare ossigeno a chi ha pagato duramente il crollo dell’economia, sotto i colpi della pandemia. Il Cdm di venerdì sera – piuttosto tormentato – alla fine ha prodotto, oltre a un mini-condono fiscale, una serie di provvedimenti attesi e in gran parte utili. Naturalmente il conto verrà pagato tra un paio d’anni ma oggi è opportuno guardare il bicchiere mezzo pieno.

Licenziamenti e Partite Iva
In primis, sullo stop ai licenziamenti, con mille mal di pancia, è passata la doppia proroga: a giugno e a ottobre. Mentre sui contratti a termine, “fino al 31 dicembre 2021, ferma restando la durata massima complessiva di 24 mesi, è possibile rinnovare o prorogare per un periodo massimo di 12 mesi e per una volta sola i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato”.
I contributi del decreto Sostegni arriveranno alle imprese e ai titolari di partita Iva che hanno visto crollare di almeno il 33% il proprio volume di affari lo scorso anno.
Vaccini, vaccini, vaccini
Sul versante pandemia, per accelerare la campagna vaccinale e “assicurare un servizio rapido e capillare”, non verrà applicato agli infermieri del Servizio sanitario nazionale, coinvolti “al di fuori dell’orario di servizio”, l’incompatibilità prevista dalle norme sull’esclusività del rapporto di lavoro.
Il decreto destina complessivamente a vaccini e cure anti-Covid oltre 4,5 miliardi: 2,1 miliardi per l’acquisto di dosi, 700 milioni per i farmaci, 1,4 miliardi per i compiti del Commissario (stoccaggio, logistica, campagne di informazione), 345 milioni per il coinvolgere più medici possibile, 50 milioni come remunerazione aggiuntiva delle farmacie.