Home Economy Cdp, assalto al “Patrimonio Rilancio”. Ecco il bazooka da 44 miliardi per salvare le imprese

Cdp, assalto al “Patrimonio Rilancio”. Ecco il bazooka da 44 miliardi per salvare le imprese

Cdp, assalto al “Patrimonio Rilancio”. Ecco il bazooka da 44 miliardi per salvare le imprese

Un fondo da 44 miliardi di euro. Obiettivo? Tutelare i “gioielli produttivi” e “contribuire a traghettare il Paese fuori dalla crisi generata dalla pandemia”. Come? Con una società veicolo ad hoc gestita da Cassa Depositi e Prestiti con uno scopo: consolidare la base di capitale delle grandi imprese andate in sofferenza.

Patrimonio Rilancio Cdp: chi può usufruirne?

Lo farà grazie a un portafoglio di interventi, con limitati impatti sulla governance, che vanno dagli aumenti di capitale alla sottoscrizione di prestiti obbligazionari. Ne potranno beneficiare imprese e società per azioni private con sede in Italia (escluse banche e assicurazioni) che abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro considerate “strategiche” o di “interesse nazionale”. Perché operanti in alcuni settori (praticamente tutti): ferrovie; strade e autostrade; sistemi  di  trasporto  rapido  di  massa  per  le  aree metropolitane; porti e interporti; aeroporti; ciclovie; Imprese ad alto contenuto tecnologico nei settori difesa e sicurezza; infrastrutture; trasporti; comunicazione; energia; ricerca e innovazione ad alto contenuto tecnologico; turistico-alberghiero; agroalimentare e della distribuzione; gestione di beni culturali e artistici.

Me se non sono società operanti nei settori “strategici” vanno bene anche quelle con un fatturato annuo netto non inferiore a 300 milioni di euro. Oppure quelle che rientrano nel 30% delle imprese con il maggior numero di dipendenti nella provincia dove è situata la propria sede legale o la sede dello stabilimento produttivo.

Ultimi requisiti? Che non fossero aziende in sofferenza già al 31 dicembre 2019. Che non siano state in grado di reperire i soldi sui mercati o tramite le banche e infine che non siano società a partecipazione pubblica, con una quota dello Stato inferiore al 10% del capitale sociale.

Aiuti di Stato da Cdp? Giammai. Con Mario Draghi si chiama “bazooka”

Aiuti di Stato? Non questa volta. Nemmeno per l’Europa. Si chiama “bazooka” da quando a Palazzo Chigi siede Mario Draghi. Il “Patrimonio Rilancio” si compone inizialmente di tre comparti, denominati “Fondo Nazionale Supporto Temporaneo”, “Fondo Nazionale Strategico” e “Fondo Nazionale Ristrutturazioni Imprese”. Ma per ora si è ancora in fase preliminare. Con via Goito che ha lanciato due “call” per la “selezione intermediari” e “selezione esperti indipendenti”. Chi saranno? C’è tanta curiosità rispetto ai soggetti che avranno fra gli altri il compito di determinare il valore di mercato delle imprese richiedenti o il “fair value” delle stesse in caso di piano di ristrutturazione e, quindi, influire sulla decisione se “salvare” o meno un’impresa. E quali imprese beneficeranno?

Cdp e patrimonio rilancio, nuova stagione neokeynesiana?

Chissà. Ma intanto si brinda al neokeynesismo di servizio nel mondo produttivo. La prima tranche da tre miliardi è già stata stanziata con il Dipartimento del Tesoro che ne ha disposto l’emissione entro 15 giorni lavorativi dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto – avvenuta il 15 maggio. Ma il decreto del Mef parla di “assegnazione a Cdp di titoli di Stato, nel limite massimo di 44 miliardi di euro, appositamente emessi”. Ci saranno più tranche, quindi.