La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità per la delibera Cipess n. 41/2025, relativa al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, impedendo così l’avanzamento del provvedimento che avrebbe impegnato 13,5 miliardi di euro per la realizzazione dell’opera. La motivazione, in corso di stesura, sarà resa nota tramite deliberazione entro 30 giorni. Secondo la Corte, la valutazione si è basata esclusivamente su “profili strettamente giuridici” e non sull’opportunità o il merito dell’infrastruttura. In una nota si legge: “Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti.”
L’ira di Giorgia Meloni
La decisione ha scatenato la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in una nota ha definito l’atto della Corte “l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento“. Meloni ha spiegato che “sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi”. La premier si è detta contrariata da alcune osservazioni della Corte, affermando: “per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”. Meloni, infine, rilancia la battaglia sulle riforme giudiziarie, sottolineando che “la riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di governo, sostenuta dal Parlamento”.
Matteo Salvini: “Grave danno per il Paese”
L’ira del governo è condivisa anche dal vicepremier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini. Il leader leghista commenta: “Una scelta politica e una grave danno per il Paese, andremo avanti!”. Salvini aggiunge che la decisione “appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”. Il ministro sottolinea l’importanza dell’infrastruttura: “Qui ci sono in ballo miliardi, ci sono in ballo centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende pronte a partire. Fermarci è un’assurdità“. E sostiene: “In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.
Riunione d’urgenza a Palazzo Chigi
La presidente Meloni ha convocato una riunione urgente a Palazzo Chigi la mattina dopo la bocciatura della delibera. Salvini, confermando la tensione del governo, ha dichiarato: “La presidente ha convocato per questa mattina una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi per affrontare la questione“. In contemporanea, Salvini ha proseguito con tavoli tecnici al Ministero delle Infrastrutture insieme a tecnici, manager e uffici: “L’obiettivo è trovare una soluzione per far partire i lavori. Il Vicepremier e Ministro è determinato”, affermano fonti del Mit.
Le reazioni delle opposizioni
L’opposizione ha accolto con soddisfazione la decisione della Corte. Il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, parla di “segnale chiarissimo che il governo non può ignorare” e definisce “inaccettabile che un’opera di tale portata proceda nonostante i rilievi formali e sostanziali che continuano a emergere”. Barbagallo si appella al “giuramento di fedeltà alla Repubblica e alle sue leggi” e osserva: “Non è possibile che un governo che si dice ‘patriota’ ignori i vincoli di legalità e trasparenza che fondano la nostra Costituzione”. Anche dal Movimento 5 Stelle arrivano parole dure: il deputato Agostino Santillo parla di “game over per il Ponte”, sottolineando che “i magistrati hanno ritenuto insormontabili i rilievi mossi al progetto e al carrozzone messo in moto da Salvini – le lacune sono vere e proprie falle, economiche, procedurali e di rispetto delle norme Ue. Falle che si aggiungono ai nodi non sciolti sul fronte ingegneristico e geologico”. Santillo conclude: “Meloni fermi immediatamente questa telenovela inguardabile: rischiamo un’altra figura barbina su scala planetaria”.
La posizione della Corte dei Conti
La Corte ribadisce, rispondendo alle critiche, di aver agito su stretti profili giuridici: “Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica, che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati“. Il rispetto della leggitimità rimane “presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica”.
Verso una nuova battaglia parlamentare
Il futuro del progetto, ora, sembra passare attraverso una nuova riapprovazione prima in Consiglio dei Ministri e poi in Parlamento. Secondo Salvini, “dobbiamo prenderci la responsabilità di riapprovare il progetto prima in Cdm e poi in Parlamento”. Nel frattempo continua il confronto serrato tra governo, tecnici e giurisdizione, con uno degli snodi più controversi della stagione politica attuale tutt’altro che risolto.
