Home Facts Caso Orlandi, la Procura di Roma potrebbe riaprire le indagine: possibile Commissione d’inchiesta in Parlamento

Caso Orlandi, la Procura di Roma potrebbe riaprire le indagine: possibile Commissione d’inchiesta in Parlamento

Caso Orlandi

Caso Orlandi, la Procura di Roma potrebbe riaprire le indagine e ritornare ad indagare dopo più di 40 anni della morte di Emanuela. Mentre in Parlamento nei prossimi giorni potrebbe essere avviata una Commissione di inchiesta.

Caso Orlandi, la Procura di Roma potrebbe riaprire le indagine

Si parla sempre del caso Emanuela Oralndi che potrebbe ritornare all’attenzione ancora una volta dalla Procura di Roma. “Dopo quaranta anni non solo non è facile trovare elementi, ma nemmeno fare le pulci alle attività svolte dagli inquirenti dell’epoca perché ogni situazione, ogni indagine va contestualizzata. Non è da escludere che sarà coinvolta nuovamente la Procura di Roma, motivo per cui non posso parlarne”, ha dichiarato il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi intervenendo a un incontro con gli studenti nella scuola don Bosco di Palermo.

“Quel che si poteva fare nel 1983 non è quello che si può fare ora e ciò spiega anche molte lacune nelle indagini. Di sicuro c’è che ci sono alcuni reati cosiddetti comuni, anche se gravi, in cui o la soluzione arriva in pochi giorni, oppure ci si impantana e dopo trenta-quaranta anni ancora se ne discute”, ha aggiunto Lo Voi.

Possibile Commissione d’inchiesta in Parlamento

Mentre in Parlamento si lavora alla Commissione di inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori che potrebbe partire a metà maggio. Il deputato Pd Roberto Morassut, che è tra i promotori, ha recentemente sottolineato che “nel corso degli anni sulla vicenda ci sono stati molti depistatori, sciacalli esibizionisti, personaggi che millantavano informazioni riservate. Bisognerà fare un lavoro serio di setaccio con chi se n’è occupato seriamente, sia in ambito giudiziario che nel mondo dell’informazione; ovviamente in sinergia con le istituzioni vaticane». «Il nostro compito deve essere quello di non dare seguito a documenti che non hanno nessuna fondatezza e al contempo indagare sul vero tema, cioè gli intrecci più che probabili tra ambienti finanziari deviati, servizi segreti e criminalità organizzata che, in questa vicenda, hanno coinvolto settori alti del Vaticano”.

 

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