Home Economy La ricetta per un ufficio migliore, più efficiente e “ibrido”

La ricetta per un ufficio migliore, più efficiente e “ibrido”

La ricetta per un ufficio migliore, più efficiente e “ibrido”

Tutti lavorano da casa. Ma, allo stesso tempo tutti sono tenuti a passare in ufficio di tanto in tanto. È la strategia assunta da Quora, il famoso sito di domande e risponde, il cui CEO ha voluto chiarire sin da subito la situazione: si lavora da dove vi pare, l’importante è lavorare. La sua missione è “evitare che l’ufficio diventi la ‘vera’ sede”.

È un equilibrio complicato, quello del cosiddetto “ufficio ibrido”, nato e affermatosi con la pandemia. Un modello in cui la sede c’è ed è frequentata ma è solo il centro di un reticolo di luoghi in cui i dipendenti possono – devono – lavorare.

Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Harvard Business Review, gli uffici del futuro dovranno puntare su socialità e apprendimento. È un’analisi importante per il terziario in tutto il mondo, che si deve preparare a uno scenario i cui le sedi saranno ancora una realtà, ma non più l’unica scelta. E un’azienda capace di intercettare le esigenze in mutamento dei lavoratori è destinata a essere più produttiva – e attirare i migliori talenti.

Un’àncora per il team

Gli autori dell’articolo sono Anne-Laure Fayard, John Weeks e Mahwesh Khan. Secondo i tre la prima funzione di un ufficio ibrido è di “ancora sociale”, un luogo in cui incontrarsi, conoscersi e approfondire pratiche di lavoro spesso portate avanti online. Da accompagnare insomma alla più fretta relazione tipica delle videoconferenze, insomma.

Imparare sempre

In secondo luogo un ufficio buono per il futuro è un luogo dove imparare, aggiornarsi e formare il personale. Non si parla solo di formazione professionale in senso stretto ma di insegnamenti sulla cultura aziendale: “ecco come facciamo queste cose da queste parti”. Certo, c’è sempre la possibilità dell’e-learning ma lo sfruttamento di un luogo fisico può aiutare l’apprendimento.

Un hub per la collaborazione

Lavorare in team remotamente è possibile ma è la distanza ha inevitabili conseguenze su quella che gli autori definiscono “collaborazione non strutturata”. Quell’insieme di pratiche, abitudini e casualità che la vita d’ufficio, specie nelle grandi aziende, porta con sé – l’essere mandati in un altro ufficio a parlare con tale dipendente di una cosa, poter chiacchierare con i propri colleghi… Non sono dettagli. Un ufficio ibrido può mantenere parte di questa collaborazione anche con team che convergono in ufficio poche volte alla settimana, giusto il tempo di ricrearne la magia.

Felici (e produttivi)

Ammettiamolo: c’è qualcosa che non va nei luoghi di lavoro tradizionali. Per questo la pandemia è stata anche l’occasione di ripensarli e correggere alcuni errori e vizi di quel sistema. “Se tornare in ufficio significa solo lavoro individuale e riunioni su singole task, allora abbiamo sprecato le buone lezioni della pandemia”, dicono gli autori. I quali puntano sull’idea di un luogo di lavoro armonioso e rilassante, anche per rendere più allettanti le visite in ufficio.

L’importanza delle connessioni

In generale l’articolo – e in generale la letteratura sull’argomento – si concentrano sulle connessioni e la loro importanza. Visto che non c’è più così tanto bisogno di recarsi sempre in ufficio, i posti di lavoro devono aumentare la qualità dei loro spazi e dei loro ambienti, anche personali. Solo così potranno mantenere attive le relazioni tra dipendenti e collaboratori – anche se non sono ogni giorno sotto lo stesso tetto.

(Foto: Vitra / Google)