Home Economy Guerra in Israele, Friedman: “L’Italia tra i Paesi più a rischio economico”

Guerra in Israele, Friedman: “L’Italia tra i Paesi più a rischio economico”

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“È strano parlare di mercati quando ci sono bambini barbaramente uccisi”. Alan Friedman, giornalista statunitense, esperto di finanza internazionale e autore di saggi bestseller, interpellato da True-News.it si dice scosso da quanto sta avvenendo in Israele e dall’attacco senza precedenti di Hamas. Che non esita a definire l’equivalente dell’11 settembre.

Questo nonostante – come ha scritto ieri sulla Stampa – consideri Benjamin Netanyahuun autoritario di estrema destra, un ammiratore di Donald Trump che governa insieme ad anti-palestinesi apertamente razzisti”. Per aggiungere: “È indubbio che le sue politiche abbiano inasprito la rabbia e il risentimento dei due milioni di persone stipate nella Striscia di Gaza. Ma è stata Hamas a lanciare questo attacco a sorpresa”. E a True-News.it conferma che per lui “Hamas è indifendibile”.

Guerra in Israele, l’impatto sui mercati e i rischi per l’Italia

Nel fornire un’analisi dei possibili risvolti geopolitici e finanziari del conflitto scoppiato lo scorso sabato 7 ottobre, Friedman individua nell’Italia uno dei Paesi più esposti ai rischi economici a causa del suo forte indebitamento e della battuta d’arresto della Germania.

“Sicuramente tra i maggiori impatti sui mercati ci sarà un problema di crescita visto che il Fondo Monetario Internazionale ha già ridotto le stime di crescita nel suo Outlook” spiega il giornalista. “I Paesi con molto indebitamento, come l’Italia, saranno quelli più colpiti perché il costo dell’interesse sui loro debiti aumenterà”.

ll Fondo Monetario internazionale ha infatti già tagliato le stime del Pil del nostro Paese per il 2023 e il 2024 nell’ambito della generale frenata dell’economia globale e in particolare di quella europea. “Per l’anno in corso il fondo, nel suo World Economic Outlook presentato a Marrakech, vede una crescita dello 0,7%, con un taglio di 0,4 rispetto alle previsioni di luglio, quando le stime erano state invece corrette al rialzo. Questo imporrà una revisione dei conti, soprattutto alla luce della frenata della Germania, il mercato più importante per l’esportazione del Made in Italy. Inoltre, se la Nadef risulterà troppo ottimistica, l’Italia potrà avere la necessità di una ‘manovrina’ per il prossimo anno”.

Altri osservati speciali sono petrolio e mercato energetico. “Ci sono state fluttuazioni nei prezzi del petrolio e dell’energia che avranno ripercussioni soprattutto nel breve”. A tal proposito Kristalina Georgieva, Presidente dell’FMI ha parlato di “una nuova nuvola che sta oscurando l’orizzonte”.

Friedman: “L’attacco di Hamas è una grande sfida per Biden e per la leadership americana”

Non si prospettano orizzonti sereni nemmeno per il Presidente USA, Joe Biden, che secondo Friedman si trova davanti a un test cruciale che può avere notevoli ripercussioni sulla leadership americana.

“L’attacco di Hamas è una grande sfida per Biden. Una sfida al potere lanciata indirettamente da parte degli Ayatollah e dunque dall’Iran”, precisa. “Questo per il presidente degli Stati Uniti è un momento difficile. Putin si sta fregando le mani perché il conflitto in Israele è una distrazione dal fronte ucraino”. Secondo il giornalista la Cina, che per ora non si espone, ha comunque come obiettivo quello di minare l’egemonia occidentale. In questo scenario Turchia e Qatar mostrano il loro doppiogiochismo.

“Il Presidente turco Erdogan – prosegue Friedman – si mostra come l’amico di tutti, promotore della pace e al contempo amico di Hamas. È un uomo molto ambiguo. Poi c’è il Qatar. I qatarioti vogliono presentarsi come alleati degli Stati Uniti, fornitori di gas in Europa e broker onesti. Però ogni mese danno circa 30 milioni di dollari all’amministrazione civile, guidata da Hamas, che governa Gaza”.

Sul versante interno Biden deve poi fare i conti “con un Partito repubblicano diviso, una Camera dei Rappresentanti ancora ufficialmente priva di uno speaker, e infine con i trumpiani del Congresso, che minacciano di tagliare i finanziamenti per l’Ucraina”. Eppure, nel suo intervento davanti alle telecamere di qualche giorno fa, per Friedman il Presidente Usa ha espresso due messaggi forti e veritieri. “Quello che sta accadendo è espressione del male assoluto e i massacri che si stanno perpetrando sono i più tragici dal tempo dell’Olocausto”. In aggiunta “la presenza nel Mar Mediterraneo orientale del gruppo d’attacco guidato dalla portaerei USS Gerald R. Ford, con la sua potenza di fuoco, è un avvertimento piuttosto esplicito all’Iran a tenere sotto controllo i missili di Hezbollah e a non cercare di allargare la guerra”.