Home Politics BLM, Occupy e Indignados: che fine hanno fatto i leader?

BLM, Occupy e Indignados: che fine hanno fatto i leader?

Black Lives Matter, Occupy e Indignados: che fine hanno fatto i leader?

Beato il movimento che non ha bisogno di leader. Non sono pochi i referenti delle principali associazioni di protesta della storia recente che sono stati coinvolti in controversie o scandali che hanno tradito lo spirito originario del gruppo che guidavano. Black Lives Matter e Occupy Wall Street, gli Indigandos e il MeToo. Alle volte le idee del movimento cozzano con le scelte di vita dei leader.

I leader del Black Lives Matter e le ville milionarie

Un caso emblematico è quello dei leader del Black Lives Matter. Il movimento antirazzista, nato in America nel 2017 sull’ondata emotiva dell’omicidio di George Floyd, sta conoscendo momenti difficili. Non solo per la possibile rielezione di Trump. Molti leader del BLM sono finiti nell’occhio del ciclone per questioni ben poco ideologiche. In principio fu lo scandalo delle lussuosissime ville milionarie in quartieri a maggioranza rigorosamente bianca acquistate dalla cofondatrice Patrisse Khan-Cullors e dalla moglie — capo di Blm Toronto — Janaya Khan.

L’inchiesta del New York Post sulle ville delle due leader del BLM – con tre bagni e una dependance per gli ospiti nel quartiere di Topanga Canyon, nella parte occidentale della Contea di Los Angeles – aveva fatto scalpore. Poi arrivarono le accuse, sempre nei confronti della Cullors, di aver messo le mani sui fondi di beneficenza del movimento per pagare ingenti somme a parenti e amici vari per servizi di «consulenza», e per noleggiare un jet privato.

Socialisti coi soldi degli altri

Uno scandalo che ha scosso il movimento e fomentato i dissapori fra gli attivisti. Hawk Newsome, il capo di Black Lives Matter Greater New York City, aveva invocato “un’indagine indipendente” chiedendo come la rete internazionale di Blm spenda i propri soldi. “Se vai in giro a definirti socialista, devi far sapere quanti dei tuoi soldi personali andranno a cause caritatevoli”, ha detto. “È davvero triste perché fa dubitare della validità del movimento e trascura il fatto che sono leader e persone che portano in alto questo movimento”.

Ora tocca al nuovo leader dell’organizzazione, Shalomyah Bowers, accusato di aver sottratto più di 10 milioni di dollari di donazioni per pagare la sua società di consulenza. Bowers ha respinto però le accuse, sostenendo, come riporta il NYPost, che si tratti di una manovra di potere portata avanti da altri attivisti nel tentativo di strappargli di mano il controllo del movimento. Bowers, che ad aprile è diventato capo della Black lives matter global network foundation, è accusato di aver dirottato i fondi Blm verso la sua società di consulenza, la Bowers, e di aver stornato denaro da un nuovo gruppo chiamato Black lives matter grassroots, Inc., lanciato appena tre mesi fa. Grassroots è stato fondato in California a maggio da Walter Mosley, l’avvocato che ha redatto la causa contro Bowers.

I soldi intorno al MeToo e Podemos

Chi di denunce ferisce, di denunce perisce. Asia Argento, tra la leader della prima ora del MeToo è stata accusata di molestie sessuali dall’attore Jimmy Bennett. La notizia è deflagrata sulla stampa italiana occupando le prime pagine e sottraendo spazio alla notizia della tragedia avvenuta tra le Gole del Raganello. L’attrice italiana che aveva accusato Harvey Weinstein di violenza sessuale, ha versato 380mila dollari a Bennett.

Un mare di soldi si è riversato anche su Podemos, il movimento nato nel 2014 dalle lotte degli Indignados in Spagna. La formazione di sinistra aveva l’ambizione non soltanto di portare avanti istanze classiche di giustizia sociale, ma di cambiare in maniera radicale la politica spagnola. Il partito è andato in Parlamento e poi al governo. Col tempo la sua protesta si è annacquata, ma i suoi leader si sono arricchiti. Pablo Iglesias e Irene Montero, la coppia che per decenni ha guidato Podemos, hanno acquistato una casa da 800 mila euro nella graziosa zona di Galapagar. La notizia ha destato una polemica che per molto tempo ha occupato le prime pagine di tutta la stampa spagnola.

Il leader di Occupy Wall Street a Davos

Occupy Wall Street è stato l’antesignano dei movimenti di protesta. Un movimento – per sua definizione – senza leader. Anche se qualche portavoce negli anni è emerso, facendo strada. Al contrario del movimento Occupy, che è perito per limiti strutturali, come non avere un’organizzazione, un piano, una politica. Uno dei fondatori del movimento Occupy Wall Street, Micah White, di recente è stato ospite a Davos, per una conferenza per l'”élite globale“. Una scelta di cui il leader di Occupy si è pentito: “Andare a Davos è stato un suicidio reputazionale“.