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Xabi Alonso e la nobile arte (italiana) della scaramanzia

Xabi Alonso e la nobile arte (italiana) della scaramanzia

Perché leggere questo articolo? L’allenatore del Bayern Leverkusen in conferenza stampa prima della finale di Europa League ha dichiarato: “Penso che domani vinceremo”. Non l’avesse mai detto… risultato finale 0-3 per l’Atalanta. La scaramanzia nello sport è fondamentale. E noi italiani siamo campioni del mondo in quest’arte.

Il calcio è uno sport semplice. Si gioca in undici contro undici e alla fine perde chi non ha timore del dio vendicativo della scaramanzia. C’è stato un momento preciso in cui il trofeo dell’Europa League ha iniziato la sua marcia verso Bergamo. Non ieri sera nell’istante in cui il pallone gonfiava la rete dell’Aviva Stadium di Dublino. Non nelle semifinali che hanno visto l’Atalante avere la meglio della corazzata Liverpool. E nemmeno a inizio stagione, quando la Dea si è mossa sul mercato con acquisti sorprendenti, come Scamacca e De Ketelaere. L’attimo in cui il destino della competizione europea è stato segnato è avvenuto due giorni fa. Quando in conferenza stampa Xabi Alonso, allenatore spagnolo del Bayern Leverkusen, ha provato a sfidare duemila anni di italica arte della scaramanzia.

La scaramanzia è un dio vendicativo

Penso che i miei giocatori siano pronti. Sono ben preparati e ho la sensazione che domani sarà uguale al resto della stagione. Rispetto l’Atalanta, squadra alla quale Gasperini ha dato una chiara identità di gioco, ma abbiamo già dimostrato ciò di cui siamo capaci e per questo ho fiducia. Penso che domani vinceremo“. Caro Xabi, sei stato un centrocampista meraviglioso, ti stai dimostrando un allenatore più che promettente, ma una cosa così non puoi dirla. Pensala, magari tienila rintanata nel segreto dello spogliatoi. Ma la scaramanzia è fondamentale.

Il dio della scaramanzia è un dio vendicativo. Di una vendette insolita, che non si serve fredda ma caldissima. E così, il Bayern degli invincibili è stata punito. In questa stagione sportiva 2023/2024 non aveva mai perso. Nell’anno che gli è valso il primo storico titolo di Campione di Germania, il Leverkusen non aveva mai conosciuto l’amaro sapore della sconfitta. I rossoneri avevano sempre vinto o pareggiato nelle 45 partite precedenti. Hanno perso la più importante. Come è stato possibile? Non sempre si può vincere, direte bene. L’Atalanta, poi, ha giocato una partita perfetta. Ma siete convinti che il malefico dio della scaramanzia non ci abbia messo lo zampino?

Perché tanta hybris?

Come hai potuto non considerare il fattore scaramanzia, Xavi? Eppure, sei spagnolo, vieni da un paese culturalmente affine alla nostra concezione della vita. Che abbia prevalso la tua natura basca, meno mediterranea e più razionale? O forse sono stati i lunghi anni di carriera tra Inghilterra e Germania? I precedenti non arridono alla Spagna, millenaria e mistica.

Maggio 1994. Esattamente trent’anni fa il Barcellona si presenta ad Atene per la finale contro il Milan di Capello coi favori del pronostico. Forse troppi, se alla vigilia della partita Johan Cruijff – pilastro del caos organizzato teorizzato dall’Arancia Meccanica, l’Olanda anni Settanta e allenatore rivoluzionario – si fa immortalare con la coppa dalle grandi orecchie in mano. Perché tanta hybris? Cosa spinge, come nelle tragedie greche, gli eroi (sportivi) a tale tracotanza? Perché non fate come noi italiani che temiamo gli dei della scaramanzia!

Scaramanzia, quella nobile arte italiana

Noi italiani abbiamo tanti difetti, per carità, ma almeno siamo scaramantici. Chi non si è mai sentito come Prometeo che porta in dono agli uomini il fuoco, quando di fronte agli ignari e ignoranti stranieri mostriamo il sacro gesto di toccare ferro? A chi non è capitato di sentirsi come Robinson Crusoe che mostra i segni della civiltà ai selvaggi, quando facciamo sfoggio di toccare i genitali? Ma è mai possibile che solo noi italiani nel mondo siamo portati sani di scaramanzia?

L’acqua santa versata in panchina dal CT Trapattoni ai mondiali nippo-coreani del 2002. Il presidente del Cagliari Cellino che fece cospargere di sale lo stadio della club. L’impermeabile giallo portafortuna del patron del Livorno Aldo Spinelli, di recente finito al centro delle cronache per fattori extra-calcistici. In quanto a scaramanzia nel calcio siamo campioni del mondo, anche se non andiamo ai Mondiali da due edizioni.

Vogliamo fare i razionali? Lo dicono anche i sondaggi

La scaramanzia ha radici antiche, ma è nel mondo moderno che si è sviluppata. Avendo il suo epicentro in Italia. Lo dicono anche i sondaggi. Una rilevazione Swg del 2021 – quanto dare per fare un lavoro come questo – mostra come il 40% degli italiani si ritiene superstizioso. Il 5% ammette di esserlo sempre, mentre il 35% solo in alcune situazioni. E fra queste ci sono senza dubbio le partite di calcio. A qualsiasi latitudine e in ogni continente, quello dei tifosi è tra i popoli più scaramantici.