Home Sports Vendesi Serie A fino al 2029, ma c’è chi pensa che sarebbe meglio non aprire nemmeno l’asta

Vendesi Serie A fino al 2029, ma c’è chi pensa che sarebbe meglio non aprire nemmeno l’asta

Vendesi Serie A fino al 2029, ma c’è chi pensa che sarebbe meglio non aprire nemmeno l’asta

Il via dell’AgCom alle linee guida del futuro bando per la vendita dei diritti della Serie A dal 2024 rappresenta un passo deciso verso l’apertura dei giochi intorno al prodotto calcio in tv in Italia.

Il punto nodale

Nella delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni c’è un punto che promette di essere nodale nella lettura di quanto accadrà nei prossimi mesi, perché sul tavolo c’è per la prima volta la possibilità di commercializzare i diritti non solo per un triennio (fino al 2027) ma per cinque anni con scadenza 2029. E’ un’opportunità data dalla modifica voluta fortemente dal mondo del calcio e approvata dal Governo Meloni e che allinea la Serie A ai maggiori tornei europei in un momento di grande fibrillazione perché la crisi sta colpendo duro il settore e alle viste c’è quella che l’amministratore delegato di via Rosellini, Luigi De Siervo, ha definitivo “la gara più difficile di sempre”.

Tra i presidenti serpeggia preoccupazione crescente all’idea di non riuscire a portare a competere per i diritti tv della Serie A

Inutile girarci intorno: tra i presidenti serpeggia preoccupazione crescente all’idea di non riuscire a portare a competere per i diritti tv della Serie A una serie di soggetti sufficienti per innescare l’asta e restare come minimo intorno al miliardo di euro a stagione da ricavi domestici che rappresenta la linea di tenuta per tutto il sistema. Il quadro è fosco: Dazn fatica a raggiungere il break even (non solo in Italia, avendo chiuso l’ultimo bilancio con un rosso da oltre 2 miliardi di euro) e ha utilizzato ora tutte le leve possibili di aumento dei prezzi e limitazione dell’offerta. Sky ha scoperto di poter vivere anche senza essere la casa della Serie A, non è crollata nel numero degli abbonamenti e ha scelto di investire forte sul prossimo triennio della Champions League che a breve sarà annunciata come esclusiva con l’eccezione di una gara a settimana per Prime Video. Spesa intorno ai 200 milioni di euro all’anno, cifra che draga risorse per il fronte interno. Altri soggetti non si vedono all’orizzonte, anche perché l’esperienza di Tim con Dazn è stata catastrofica e ha obbligato l’operatore delle telecomunicazioni a una rapida uscita dall’affare con perdita di centinaia di milioni di euro.

Il partito della fase due: l’ultimo a esporsi è stato Paolo Scaroni, presidente del Milan

Il partito di chi vorrebbe passare direttamente alla fase due, cioè alla commercializzazione in proprio del prodotto Serie A, cresce col passare delle settimane e non è più un mistero. L’ultimo a esporsi è stato Paolo Scaroni, presidente del Milan, ma la preoccupazione è condivisa un po’ a tutti i livelli. Le voci di possibile acquisto da parte della Lega Serie A della divisione sport di Sky Italia o di Dazn sono destinate quasi certamente a rimanere solo suggestioni o rumors, ma sono indicative del livello d’allarme.

In questo contesto, la possibilità di vendere i diritti per un ciclo più lungo può essere l’arma vincente

In questo contesto, la possibilità di vendere i diritti per un ciclo più lungo può essere l’arma vincente. Garantire l’esclusiva fino al 2029 può ingolosire i competitors perché avrebbero la chance di dare un colpo quasi mortale alla concorrenza, di pianificare meglio la propria strategia con un periodo di redditività più sicuro e, nel caso di nuovi ingressi, di spalmare su più anni gli investimenti iniziali. Attenzione, però: la legge dà una possibilità, non prescrive un obbligo per la Lega che può anche scegliere di restare alla vecchia formula vendendo solo fino al 2027.

Sul tavolo di via Rosellini anche l’analisi dei dati d’ascolto di questa stagione

Quello che è certo è che per il presidente Casini e l’ad De Siervo – tra loro è tregua dopo le scintille invernali – si apre un periodo di lavoro e tensioni. Sul tavolo di via Rosellini anche l’analisi dei dati d’ascolto di questa stagione che stanno calando vistosamente nella seconda parte del campionato. Solo colpa del super Napoli che ha ucciso la volata scudetto o c’entra qualcosa la protesta dei tifosi della Juventus che hanno lanciato la campagna di disdette per contestare il trattamento riservato dalla giustizia sportiva alla loro squadra? Ufficiosamente i numeri delle ribellione restano bassi, ma quella curva a scendere nelle rilevazioni Auditel non può non preoccupare così come le continue offerte al ribasso di Dazn per cercare di recuperare abbonati almeno per gli ultimi tre mesi.