Home Sports Tonali via: l’era “americana” del Milan di Cardinale

Tonali via: l’era “americana” del Milan di Cardinale

Chi è Sandro Tonali

La sterzata verso una nuova politica di gestione del Milan è diventata chiara ed evidente gli occhi di tutti con l’apertura della trattativa per la cessione di Tonali al Newcastle. Prima ancora c’era stato il siluramento di Paolo Maldini, deciso non tanto per gli scarsi risultati dell’ultimo mercato quanto per le differenze di vedute non colmabile sulle strategie future. Il Milan è entrato in una nuova era Gerry Cardinale ha deciso di gestirlo nella maniera più “americana” possibile. Non è detto che piaccia ai tifosi, ma in questa prima fase non è previsto che ci sia un confronto o una spiegazione diretto da parte del proprietario ti ha rilevato la maggioranza da Elliot.

Come è stato messo sul mercato Tonali, capitan futuro, così potrà accadere anche con gli altri pezzi pregiati della rosa di Stefano Pioli

Come è stato messo sul mercato Tonali, capitan futuro, così potrà accadere anche con gli altri pezzi pregiati della rosa di Stefano Pioli. La leva del player trading non era mai stata utilizzata dal fondo Elliott, anzi. Ora viene considerata una leva indispensabile per mantenere i conti in ordine e per finanziare gli acquisti, nella speranza di innescare un circuito virtuoso di valorizzazione di giovani talenti da immettere sul mercato senza perdere di vista la competitività della squadra. Equilibrio sottile, anche se spesso in area finanziaria si fa notare come i ricavi garantiti dalla Champions League non giustifichino da soli sacrifici economici da parte delle proprietà.

Il Milan non è stato in nessun modo competitivo nell’immaginare di rifiutare in partenza qualsiasi offerta per Tonali

Il vero tema però è il motivo per cui il Milan non è stato in nessun modo competitivo nell’immaginare di rifiutare in partenza qualsiasi offerta per Tonali. La realtà è brutale e porta ai limiti strutturali del calcio italiano, condannato a un declino ormai nemmeno più lento. L’altra grande battaglia con cui RedBird si sta misurando del giorno del suo sbarco a Milano è quella del nuovo stadio dove sono stati gettati al vento mesi e soldi. La situazione è di stallo. È vero che con il Comune di San Donato sono stati mossi primi passi ufficiali, anche se bisognerà confrontarsi con la solita opposizione dei residenti, ma in freezer rimane tuttora il progetto sul nuovo San Siro. Serviranno ancora mesi per avere un pronunciamento definitivo dalla soprintendenza per il vincolo dal 2025 e servirà eventualmente un’opera di ricucitura con l’Inter visto che i rapporti si sono congelati con l’arrivo di Cardinale e con il cambio di strategia del Milan.

L’obiettivo a medio termine portare il club oltre la soglia dei 400 milioni di euro di fatturato strutturale

L’obiettivo a medio termine portare il club oltre la soglia dei 400 milioni di euro di fatturato strutturale. Quella a lungo termine e’ svilupparlo in tutte le sue aree, completando la trasformazione in media company. È chiaro però che il giudizio dei tifosi l’aria intorno alla proprietà made in USA dipenderanno molto dalle prime mosse, partendo dall’affare Tonali. Il calcio e il Milan sono sempre più un business ma rimangono per sempre espressione di sport e passione: un sentiero stretto all’interno del quale dovranno passare anche le ambizioni di RedBird.