Home Sports Paolo Ziliani ci riprova con il giornalismo. E fa la questua sui social

Paolo Ziliani ci riprova con il giornalismo. E fa la questua sui social

Ziliani Juve inchiesta Prisma

Un lungo thread su Twitter per annunciare la svolta: Paolo Ziliani, ex giornalista di Mediaset in pensione in Portogallo (come molti italiani che godono così del favorevole regime tax free del paese lusitano) è pronto a portare su YouTube la sua battaglia sull’inchiesta Prisma e sui delitti sportivi – e non solo – della Juventus. L’avviso è stato indirizzato ai suoi “quasi 60.000” followers: che ne dite dell’ipotesi di aprire un canale a pagamento “cui potreste abbonarvi a una minima cifra mensile, cappuccino e brioche per capirci”.

Ziliani: “Se foste in tanti a seguirmi, intendo 1/20 o 1/30 dei sessantamila che siete, potreste darmi un aiuto concreto”

Il ragionamento è semplice: “Se foste in tanti a seguirmi, intendo 1/20 o 1/30 dei sessantamila che siete, potreste darmi un aiuto concreto e un sollievo enorme, mettendomi come si dice in sicurezza” dove per sicurezza si intende un contributo sulle spese per le contese legali cui Ziliani andrà incontro nei prossimi mesi.

L’ultimo in ordine di tempo a denunciarlo è stato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli

L’ultimo in ordine di tempo a denunciarlo è stato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Ma, come ricostruisce il giornalista, tutta la carriera è stata costellata di querele e passaggi in tribunale tanto che (lamenta) “sono andato a letto ogni notte con richieste di 200-300 mila euro a frullare nella mia testa e a togliermi il sonno”. Battaglie tutte vinte, dice, tranne quella con l’ex arbitro De Santis coinvolto in Calciopoli al quale Mondadori dovette pagare 10.000 euro per quanto contenuto nell’instant book pubblicato per conto di Controcampo. Anni in cui Ziliani era uno dei giornalisti sportivi più influenti d’Italia essendo curatore di uno dei programmi più seguiti e sul quale molto si discuteva per il potenziale conflitto di interessi editoriali e calcistici il Silvio Berlusconi editore e proprietario del club.

 

Accuse sempre sdegnosamente respinte al mittente da chi si occupava di tv

Accuse sempre sdegnosamente respinte al mittente da chi si occupava di tv, ma che per anni sono state uno degli argomenti più dibattuti nei bar sport del Belpaese. Già, il legame tra stampa e potere: uno dei temi su cui attraverso Twitter Ziliani si è più battuto in questi mesi dopo aver riattivato l’account silente dal giorno in cui aveva deciso di farsi da parte perché su di lui si concentravano le attenzioni di un esercito di haters con il dilagare di quella vecchia storia (sempre smentita) della presunta relazione della moglie del giornalista con un calciatore della Juventus dei tempi passati che sarebbe stata, agli occhi degli odiatori del web, la vera ragione della guerra senza confine di Ziliani alla Juve. 

In questa nuova versione se la prende quasi quotidianamente con giornali sportivi

In questa nuova versione se la prende quasi quotidianamente con giornali sportivi e non che non darebbero conto in maniera continua e imparziale della montagna di carte prodotte dalla Procura di Torino e del destino certo di una squadra che, a suo parere, regolamenti alla mano l’anno prossimo farà fatica a fare la Serie B e che a lungo certamente sarà accompagnata all’uscio dalla Uefa quando riuscirà a tornare a qualificarsi alle coppe europee. Con il paradosso che i tifosi bianconeri si trovano tra due fuochi: lamentano la continua pubblicazione di intercettazioni, mail e documenti dell’indagine (sospettando per questo una regia antijuventina) e contemporaneamente si sentono accusati di essere la squadra del potere che cerca di insabbiare tutto. Giornali e Federazione, la stessa da cui discende la giustizia sportiva che invece ha stangato la squadra di Allegri con un -15 pesantissimo e che sta apparecchiando altri due processi per la questione stipendi e per le partnership con altri club. Salvando finora tutte le altre società e tutti gli altri dirigenti finiti nell’inchiesta: tutti assolti.

Ziliani: “Oggi su Twitter non è cambiato niente”

“Anni fa chiusi il mio blog per le querele che a ogni mio pezzo il mondo-Juve e il mondo-arbitri mi recapitavano, oggi su Twitter non è cambiato niente” ha scritto, lanciando l’idea di mettersi su Youtube a pagamento. I conti sono presto fatti: se davvero il 5 per cento della sua community lo seguisse nell’avventura al prezzo di un cappuccino e brioche al mese (diciamo 2,50) si attiverebbe un giro d’affari da centomila euro all’anno. Un esperimento interessante, prima di tutto so ciologico. Perché è nota a tutti la difficoltà estrema di trasformare in qualcosa di concreto ogni seguito sul social dell’uccellino blu (anche Musk si sta misurando con la sfida) e se ci riuscisse Ziliani sarebbe la conferma che il calcio può tanto, se non tutto. Soprattutto se a mettersi in fila per pagare fosse un popolo trasversale ma molto vasto come quello anti-Juventus.