Home Sports Le opere che non c’entrano nulla con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

Le opere che non c’entrano nulla con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

Le opere che non c’entrano nulla con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

Ci sono cose in cui noi italiani siamo gli assoluti Campioni del Mondo. Una di queste è infilare nelle pieghe di grandi documenti economico-finanziari opere che non hanno senso alcuno. Che si tratti di legge finanziaria del governo o di qualche grande manifestazione nella lista delle cose da fare (a spese nostre) c’è sempre qualcosa che non c’entra nulla. E da questo punto di vista le Olimpiadi di Milano-Cortina-Livigno-Bormio e forse Torino 2026 non sono un’eccezione.

Milano-Cortina, settimana scorsa si è tenuta a Roma l’abituale “cabina di regia”

Settimana scorsa si è tenuta a Roma l’abituale “cabina di regia”, cioè il vertice tra i mille e più enti coinvolti (a proposito, invece che portare decine di persone a Roma, fare una bella videoconferenza, no? Il Covid non ci ha insegnato nulla?) da dove sono emerse notizie curiose. Ad esempio:

“Il Commissario straordinario della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Luigivalerio Sant’Andrea ha firmato il decreto commissariale di determinazione motivata di conclusione della Conferenza di servizi decisoria per l’esame del progetto definitivo dell’opera pubblica Ss 36: completamento del percorso ciclabile Abbadia Lariana, nell’ambito dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026″.?

Milano-Cortina: cosa ci azzecca una passerella ciclopedonale sulle sponde del lago di Lecco con i Giochi Olimpici?

Al netto del burocratese che rende quasi incomprensibile il testo qualcuno ci deve spiegare cosa «ci azzecca» una passerella ciclopedonale sulle sponde del lago di Lecco con i Giochi Olimpici. Abbadia Lariana si trova a 60 km da Milano e a 120 dalla sede delle gare di sci in alta montagna e definirla parte della “Ciclovia delle Olimpiadi capace di collegare Milano a Bormio” è esercizio di pura fantasia... Ma, si sa, siamo fatti così. Ed allora ecco che si coglie l’occasione dei fondi e del commissariamento di una grande manifestazione per completare un’opera la cui storia cominciata più di 10 anni fa, si era, come per mille altre, bloccata per motivi economici, burocratici etc etc etc.

Il caso numero 2

Caso numero 2. Ci spostiamo in Veneto terra per cui il Governatore Zaia al termine della cabina di regia ha evidenziato i passi avanti e le decisioni prese: “Per quanto riguarda Cortina, c’è la variante con i suoi tre stralci, c’è la variante di Longarone e poi ovviamente sono state definite tutte le opere sportive necessarie perché i Giochi si possano realizzare”, ha aggiunto Zaia spiegando che “è confermato il villaggio olimpico di Cortina, con l’opzione del noleggio: sarà un villaggio che poi verrà smantellato, anche per non fare occupazione di suolo e per risparmiare. L’opzione è quella scelta, si va nella direzione della zona di Fiames, avendo chiuso tutta la partita finanziaria». Ma c’è chi prova ad attaccarsi al carro olimpico riportando di attualità antichi sogni.

Per il momento dalla Fondazione nessuna risposta, ma, non si sa mai

Il traforo del Mortirolo sarebbe utile all’economia di due valli (Valtellina e Valcamonica), favorirebbe i collegamenti Livigno-Cortina per le Olimpiadi del 2026, dando anche una risposta alla salvaguardia ambientale con un più basso indice di inquinamento legato alla minore percorrenza (110 kilometri in meno) rispetto alla viabilità esistente». Questa la dichiarazione del presidente di Fai Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, che riporta all’attenzione una battaglia ed un progetto di cui, pure questo, si parla da decenni. Per il momento dalla Fondazione nessuna risposta, ma, non si sa mai.