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Investcorp e la strana trattativa per prendersi il Milan

Investcorp e la strana trattativa per prendersi il Milan

E’ probabile che prima dell’estate, molto prima, il Milan sia passato di mano da Elliott a Investcorp, fondo del Bahrain, che da inizio aprile sta trattando direttamente e in via esclusiva con la famiglia Singer. Nulla fa immaginare un esito diverso anche se qualche anomalia va riscontrata nel modo in cui il lavoro delle due parti è finito sui giornali di mezzo mondo, rompendo quel sacro vincolo di riservatezza che tradizionalmente accompagna deal miliardari. Forse un dettaglio, ma di certo qualcosa di inusuale per chi come Elliott ha da sempre fatto del basso profilo e dei silenzi il proprio marchio di fabbrica fino ad esserne accusato negli anni milanisti come se si trattasse di disinteresse verso il club rilevato nell’estate 2018.

Perchè la fuga di notizie durante Pasqua?

Perché all’improvviso, nei giorni di Pasqua, la trattativa con Investcorp è diventata di pubblico dominio con tanto di particolari finanziari e ragionamenti su come sarà il Milan del futuro? La risposta è che, dopo la prima fase di lavoro coperti dal segreto, al tavolo si sono dovuti sedere anche degli advisors internazionali e questo ha moltiplicato le possibili fughe di notizie. Non è dato sapere come Equipe, Reuters e Bloomberg siano venute a conoscenza di quanto stava accadendo, ma è certo che non abbiano fatto un favore al Milan e a chi sta cercando di coronare la stagione sul campo con lo scudetto. L’idea di essere alla vigilia di un ribaltone nella proprietà porta fisiologicamente instabilità, la cosa di cui meno avevano bisogno Maldini e Pioli in una volata difficile e dispendiosa dal punto di vista psicologico ed emotivo come quella con l’Inter.

Il tweet di Mohammed Alardhi

Sgomberato il campo dall’idea che a spingere mediaticamente la trattativa possa essere stato l’ambiente intorno al Milan, ecco l’altra anomalia che è sfuggita agli occhi di tanti ma non dei diretti interessati. Il tweet con cui il numero di Investcopr, Mohammed Alardhi, ha festeggiato la Pasqua presentandosi ufficialmente ai tifosi rossoneri ha ricordato spericolate operazioni del passato, quando chi stava tentando di scalare il Milan di Berlusconi parlava lanciando messaggi social funzionali alle proprie posizioni. A più di qualcuno sono tornati in mente Victor Pablo Dana o addirittura lo scomparso Yonghong Li, non per fare paragoni tra entità economiche che nulla hanno da spartire ma per sottolineare una certa spericolatezza in materia di comunicazione.

Ancora più singolare il messaggio su Twitter pubblicato dall’Ambasciata nel Regno Unito del Bahrain; una conferma ufficiale della trattativa con tanto di identificazione della cifra. Tweet rimosso dopo qualche ora quando, però, il danno era fatto. Ed è anomalo che anche il valore economico dell’operazione sia diventato fonte di imbarazzo: non 1,1 miliardi di dollari (come scritto dall’Ambasciata) ma 1,1 miliardi di euro. Non un centesimo in meno.

Elliot non vuole pressione

Elliott ha fatto sapere di non aver gradito la fuga in avanti sui social della controparte e di non essere disponibile a farsi mettere pressione addosso. Anche perché dall’inizio del 2022 a Paul Singer sono arrivate diverse manifestazioni di interesse sul Milan, azienda sulla via del risanamento e con un potenziale di crescita evidente sia dal punto di vista sportivo che di valorizzazione di un brand conosciuto in tutto il mondo. Ecco perché è molto probabile, ma non ancora sicuro, che alla fine l’affare si farà: Elliott non aveva necessità in questa fase di vendere e valuterà fino alla fine se non convenga aspettare e andare oltre quella plusvalenza da 360 milioni di euro che è la differenza tra l’offerta (1,1 miliardi) e quanto messo complessivamente sul Milan in questi quattro anni (740 milioni).

In altre situazioni non ci sarebbero dubbi. Singer, però, è abituato a guadagni anche superiori e la parte più difficile del lavoro l’ha fatta. Le anomalie di questi giorni di trattativa sotto la luce del sole vengono bonariamente considerate una dimostrazione dell’entusiasmo degli uomini del Bahrain davanti alla prospettiva di entrare nel mondo del calcio dalla porta principale. Nulla di diverso. A patto di tornare a mantenere da qui in poi un profilo molto più basso e tradizionale.