Politica e soldi vanno a braccetto anche nel mondo del calcio. L’attacco mediatico di Zlatan Ibrahimovic bissato da Gareth Bale contro il videogame Fifa 21 ha sorpreso il pubblico, ma dietro si nasconde una manovra ben precisa. Nel mirino dei due campioni lo sfruttamento non autorizzato della loro immagine. In particolare sotto la lente di ingrandimento c’è il sindacato mondiale dei calciatori, FIFpro, un’istituzione attaccata nei mesi scorsi dal gotha degli agenti mondiali, cappeggiati da Mino Raiola, spalleggiato da Jonathan Barnett (manager di Bale) e Jorge Mendes (l’agente di CR7 e Mourinho).

In questa battaglia si staglia la questione relativa a FIFA 21 che sfrutta i players, dando la possibilità agli utenti di giocare utilizzando i propri idoli, virtualmente ricostruiti in maniera identica agli originali. Ciò è stato possibile appunto grazie all’intesa tra EA Sports con FIFpro fin dalla fine degli anni Novanta. Facendo un viaggio sul web si può notare come lo stesso Ibra nel 2017 si fosse dichiarato fan di Fifa, quando gli era stata dedicata una special card di Fifa Ultimate Team.